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Ottorino Cappelli – Demokratizatsiya, la transizione fallita. Democrazia populista e presidenzialismo plebiscitario nell’URSS e nello spazio postsovietico – 2004

Ottorino Cappelli
Napoli, Guida, pp. 403, euro 25,00

Anno di pubblicazione: 2004

Il prezioso volume di Cappelli, di cui si raccomanda la lettura, analizza con gli strumenti della scienza politica l’esperienza riformista condotta in Unione Sovietica tra gli ultimi anni Ottanta e i primi anni Novanta, il fallimento della transizione democratica e il perdurare di un sistema illiberale dopo la fine del comunismo. La dissoluzione dell’autorità centrale ha prodotto in Russia e nella maggior parte degli altri Stati postsovietici una inedita combinazione di democrazia e autoritarismo. Tesi centrale è che ?la transizione democratica sovietica (e postsovietica) si sia ?suicidata’ per troppa, non per troppo poca, democrazia? (p. 26), ovvero che una dose eccessiva di azione popolare diretta abbia pregiudicato l’equilibrio necessario a portare a compimento il processo di evoluzione verso un modello liberaldemocratico. Dopo aver introdotto degli embrionali principi di democrazia rappresentativa, anche il riformismo gorba?eviano ? protagonista di un assalto moralista alle istituzioni, al tempo stesso incapace di un’azione concretamente revisionista ? si fece infine coinvolgere in un esperimento di tipo populista e plebiscitario.
Dopo aver analizzato le istituzioni della democrazia diretta nell’ancien régime sovietico e aver discusso la concezione democratica e il disegno istituzionale di Gorba?ev, si ricostruiscono ? sulla base di resoconti parlamentari, interventi di dirigenti politici e cronache giornalistiche ? gli avvenimenti del 1989-1991, allo scopo di delineare lo scontro allora in atto tra i ricostituiti organismi di democrazia diretta e le istituzioni rappresentative appena elette. Il ricorso continuo agli istituti del mandato imperativo e della revoca si tradusse in una prolungata azione di delegittimazione del nuovo Parlamento, alimentando un sempre più diffuso clima di ?diffidenza democratica?; così come l’appellarsi, soprattutto da parte dell’esecutivo, ad istituti partecipativi alternativi al circuito elettorale-rappresentativo, quali la ?discussione di tutto il popolo? e, più tardi, il referendum, finì per sfociare in quell’approccio populista-plebiscitario che ha dominato la transizione democratica. Grande attenzione è portata proprio alla svolta verso il presidenzialismo, esaminata nelle sue radici e conseguenze. La ?sindrome presidenzialista? coinvolse progressivamente, seppure con visioni diverse (neoautoritaria, populista-democratica, pragmatica), fazioni politiche opposte, tanto al centro che in periferia, le quali videro in una forte presidenza carismatica, legittimata dal voto popolare, un rimedio al crollo di autorità nel paese, un mezzo per risolvere il conflitto istituzionale e restaurare l’ordine pubblico. Nella ?sinergia presidenzialismo-referendum?, Cappelli individua il fattore determinante della crisi che investì il regime. La demokratizatsiya fallì irrimediabilmente allorquando il referendum diventò lo strumento istituzionale ideale utilizzato dal presidente per scavalcare i partiti e il Parlamento, e per aggirare il processo legislativo attraverso il ricorso al popolo.

Antonella Salomoni