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Paola Di Cori – Insegnare di storia. Appunti sulla didattica universitaria – 1999

Paola Di Cori
Trauben, Torino

Anno di pubblicazione: 1999

Interrogandosi sulle ragioni per le quali la generazione attuale di docenti universitari, in gran parte formatasi nel corso dei movimenti studenteschi degli anni ’60 e ’70, non ha portato nell’università i mutamenti che pure aveva allora individuato come necessari, l’a. affronta i nodi che oggi si presentano a chi voglia ragionare sul senso profondo dell’insegnamento di questa disciplina tenendo conto degli interlocutori e delle interlocutrici che ci stanno di fronte.
La scena didattica contemporanea è dunque al centro del testo e con grande chiarezza ne vengono presi in considerazione i soggetti (chi insegna e chi apprende), gli spazi (le aule, gli ambienti, i luoghi e i tempi di interlocuzioni possibili) ed infine i contesti, da quello delle trasformazioni in corso nell’università italiana, di cui si sottolinea criticamente la tendenza riformistica in senso manageriale, a quello della crisi di identità della disciplina stessa.
Si tratta di un tema inconsueto nel panorama italiano in cui la didattica universitaria appare davvero, a differenza di quanto avviene in altri paesi, un “oggetto misterioso”, che l’a. affronta con un taglio originale che fa tesoro della sua esperienza di confronti internazionali e di ricerca metodologica nelle zone di frontiera della storiografia, in primo la storia delle donne e dei soggetti appartenenti ad altre storie e ad altre culture.
Il libro, scritto in prima persona, è costruito sulla descrizione del modo in cui lei stessa ha preparato e svolto i corsi di metodologia della ricerca storica presso l’Università di Torino dal 1994 al 1998.
È una descrizione densa, che rende di volta in volta trasparenti interrogativi ed opzioni e che coinvolge contemporaneamente la riflessione epistemologica e quella didattico-pedagogica. Come rendere gli o le studenti consapevoli delle molte storie possibili, della costruzione del discorso, della diversità tra storia e passato? Come insegnare “di storia” anziché come insegnare “la storia”, quasi che fosse qualcosa di dato e non costituisse anche il prodotto dell’invenzione, creazione, costruzione degli storici? La risposta sta nella duplice scelta compiuta nello svolgimento dei corsi: la prima di mettere al centro la questione “da chi si impara la storia” mostrando ciò che sta dietro ed accanto agli esiti del lavoro di ricerca condotto da figure particolarmente significative della storiografia contemporanea, da Marc Bloch ad Eileen Power; la seconda di scegliere una didattica interattiva in cui “parlare, leggere, scrivere” sono veicoli reali di un apprendimento non ripetitivo e mnemonico. E proprio “imparare di storia” potrebbe essere il titolo dell’ultima parte in cui vengono riportate le relazioni scritte da quattro studenti (Donatella Barus, Roberto Ferrero, Manuela Filippa, Beppe De Sario) su nodi centrali incontrati nel loro percorso. È la necessaria conclusione di questo libro ricchissimo di indicazioni in ogni sua parte, un libro che mi auguro possa sollecitare la discussione che merita.

Elda Guerra