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Paola Guazzo, Ines Rieder, Vincenza Scuderi (a cura di) – R/esistenze lesbiche nell’Europa nazifascista – 2010

Paola Guazzo, Ines Rieder, Vincenza Scuderi (a cura di)
Verona, Ombre Corte, 190 pp., Euro 19,00

Anno di pubblicazione: 2010

Com’è noto, la letteratura riguardante la storia lesbica in Italia è estremamente esigua, così come la circolazione di testi che si occupino dell’argomento comprendendo il caso italiano all’interno di una dimensione internazionale e transnazionale. R/esistenze lesbiche rappresenta dunque una felice iniziativa in questo senso, volendo portare in Italia uno studio che attraversi la dimensione europea.Insieme a questo aspetto, il punto centrale è però rappresentato da un’indagine che apre una perlustrazione su un periodo complesso e nello stesso tempo ricco di stimoli sul piano della ricerca per la carenza di fonti, come quello coincidente con l’affermazione del nazi-fascismo e l’inasprimento del processo di razzizzazione che attraversa le società europee e che, come la ricerca ha ampiamente mostrato, vede profondamente coinvolte le donne.Il libro si articola in una raccolta di otto saggi, alcuni inediti e altri già pubblicati all’estero e qui presentati in traduzione, offrendo un’analisi delle esistenze e delle strategie di resistenza, oltreché in alcuni casi di adesione e promozione della Resistenza, di lesbiche in Germania, in Austria, in Italia e in Spagna. Vengono proposte sia le traiettorie esistenziali di singole sia esperienze di reti transnazionali di donne in Europa che hanno vissuto più o meno apertamente le proprie preferenze sessuali, e che tanto in stato di libertà quanto nel sistema concentrazionario – che viene meritoriamente indagato nel libro, con un affondo nelle contraddizioni che produce sul piano dei comportamenti – e durante la guerra ma anche nel dopoguerra hanno trovato il modo per farsi spazio all’interno di sistemi di controllo repressivi e disumanizzanti, soffrendone le misure costrittive, punitive e mortifere.Attraverso la letteratura di memoria, le testimonianze raccolte dalle aa. e le (poche) fonti giudiziarie e politiche, e con il supporto di un’ampia bibliografia internazionale, emerge così il modo in cui nei diversi contesti nazionali la legislazione colpisce, apertamente o meno, il comportamento omosessuale e individua nella lesbica una donna potenzialmente riconducibile ai ruoli e ai compiti ascrivibili alla maternità, alla procreazione e alla prolificità necessari allo Stato e alla comunità nazionale. Eugenetica, razzismo, «eterosessualità obbligatoria», radicalizzati sotto i regimi, rappresentano dunque il sostegno per la costruzione di biopolitiche sempre più cogenti, tra controllo, delazione e repressione.In questo modo il volume offre una ricostruzione dell’escalation repressiva che caratterizza l’Europa tra gli anni ’20 – per molti aspetti un momento eccezionale per l’associazionismo e gli ambienti culturali gay e lesbici, soprattutto per quel che riguarda la Berlino weimariana – e gli anni ’40, con forti elementi di continuità e persistenze nel dopoguerra (per l’abrogazione del Paragrafo 129 che punisce il lesbismo in Austria bisogna arrivare al 1971).L’auspicio è che questa storia e queste storie continuino a essere indagate e che trovino finalmente cittadinanza anche nella ricerca accademica in Italia.

Elena Petricola