Anno di pubblicazione: 2002
Il Copia lettere d’Interessi scritte da Me Pietro Galamini, conservato nel fondo manoscritti della Biblioteca ?Benedettucci? di Recanati, offre a Paola Magnarelli, acuta e sensibile studiosa di scritture ?dell’io?, la possibilità di aggiungere un nuovo prezioso tassello al suo già ricco mosaico di storie, percorsi di vita e vicende di singole persone, esito di curiosa e assidua frequentazione di archivi. Il volume comprende una nota sulle Caratteristiche del testo e criteri di edizione, ricca di utili precisazioni di carattere metodologico, una Introduzione e la scelta di 114 lettere, inviate dal conte marchigiano Pietro Galamini, cugino di Giacomo Leopardi (peraltro completamente ignorato, come appartenente ad un mondo a parte), a parenti, amici, soci in affari, fra il 5 dicembre 1808 e il 3 settembre 1824.
Pietro Galamini preferisce la scrittura al colloquio orale, convinto di poter dominare meglio i suoi rapporti e i suoi interessi con carta e penna: la scrittura, infatti, fornisce una sorta di valido filtro fra le cose da dire e il come dirle; lo stesso Galamini illustra con efficace semplicità al cugino Monaldo Leopardi la propensione per la lettera: ??si può parlare più chiaro scrivendo, di quello sia in voce; io almeno la penso così? , e ribadisce alla moglie: ?Voi sapete che il mio forte non è il parlare, ma nello scrivere tanto m’ingegno bene?? (p. 12) Così, per lettera, con una prosa semplice, dimessa, priva di eleganza e talvolta di fluidità, il conte Galamini tesse la sua rete di richieste, spiegazioni, consigli, controlli, secondo le esigenze dettate dagli interessi del momento: accorta protezione del patrimonio, tentativo di vendere quadri (poi rivelatisi falsi), liti legali, complicate questioni familiari, gestione delle terre, conduzione a buon fine del matrimonio del figlio Luigi? A ognuna di queste situazioni corrisponde un aspetto peculiare dello scrivente, il nobile, lo speculatore, l’agricoltore, che, nel loro insieme costruiscono e definiscono i diversi risvolti del suo potere maschile. Le lettere, tutte dettate dalla dimensione pratica e concreta dell’utile, come sempre raccontano tante storie e, nonostante la quasi totale mancanza di componenti affettive e riferimenti privati, in questo caso raccontano la storia di Pietro, del suo contesto e soprattutto di quello che Magnarelli nella densa Introduzione definisce il suo ?itinerario virile?, alla base del quale stava la condizione coniugale e la funzione di padre di famiglia (funzione, quest’ultima, che gli assegna il compito di rafforzare alleanze sociali e conservare patrimoni). Da non trascurare infine, l’ampio apparato critico che valorizza l’introduzione di una preziosa serie di indicazioni bibliografiche, arricchisce le lettere e accompagna il lettore nel mondo di Pietro, completando notizie, illustrando personaggi, spiegando vicende, aggiungendo particolari indispensabili per una miglior conoscenza dell’uomo e del suo ambiente e del suo tempo.