Cerca

Paola Rosà – Willi Graf. Con la Rosa Bianca contro Hitler – 2008

Paola Rosà
Trento, Il Margine, 230 pp., euro 16,00

Anno di pubblicazione: 2008

Le recenti produzioni cinematografiche (Sophie Scholl. La Rosa Bianca, 2005, e Operazione Valchiria, 2008) hanno dato anche in Italia la possibilità, pur nell’inevitabile deformazione filmica, ad un pubblico più vasto di confrontarsi con la storia dell’opposizione interna tedesca a Hitler e al nazionalsocialismo, al di là di pregiudizi e stereotipi ampiamente diffusi nell’opinione pubblica italiana su dimensioni e grado di adesione della società tedesca al regime nazista. Risulta dunque quanto mai utile questa buona documentazione storica su Willi Graf, dopo trent’anni dall’unico libro dedicato a questo personaggio in Italia in traduzione dal tedesco. Basandosi su fonti edite, sui protocolli degli interrogatori della Gestapo e su interviste alla sorella e a due amici di Graf, la giornalista e documentarista Paola Rosà ripercorre la vicenda di questo membro della Rosa Bianca, che pagò venticinquenne con il ghigliottinamento, nell’ottobre ’43, la sua scelta esistenziale. L’a. riesce a far emergere le ragioni, spesso sofferte e contraddittorie, di questa scelta di non conformismo nel contesto del Terzo Reich e nel quadro di una progressiva e asfissiante nazificazione della società tedesca a partire dal ’33. A differenza dei fratelli Scholl (cfr. P. Ghezzi, Sophie Scholl e la Rosa Bianca, rec. in «Annale» V), ilgiovane Graf riconobbe da subito un’incompatibilità sostanziale tra il nazionalsocialismo e la sua fede e cultura cristiana, attraverso anche l’adesione all’associazione giovanile cattolica Neudeutschland, espressione della tradizione elitaria del più vasto Movimento giovanile tedesco di origini guglielmine. Quanto forte sia stata l’influenza di questo milieu di associazionismo cattolico, caratterizzato da importanti figure di intellettuali e teologi, come Romano Guardini, sulla scelta di Graf di affermare la sua autonomia di coscienza e libertà spirituale rispetto al plagio ideologico del regime è dimostrato dalla sua successiva partecipazione alle attività della fratellanza dell’Ordine Grigio, anche quando, nonostante il Concordato, nel ’36 la Hitlerjugend (Gioventù nazista) divenne l’unica associazione giovanile ammessa. Particolarmente interessante risulta la descrizione dell’esperienza di annichilimento fisico e spirituale della guerra sia sul fronte occidentale sia specialmente sul fronte orientale attraverso gli appunti del taccuino di Graf. Proprio tale esperienza, così come le comuni lezioni seguite a Monaco presso Kurt Huber, contribuirono in modo decisivo nella scelta di Graf e, già in precedenza, degli altri quattro membri di Monaco della «Rosa Bianca» di passare ad una testimonianza attiva del proprio rifiuto del regime hitleriano attraverso la stampa e la distribuzione segreta di sei volantini. Il testo della Rosà contribuisce a risaltare la complessità di atteggiamenti che caratterizzarono la società tedesca durante il Terzo Reich, testimoniando non solo la decisione di chi, consapevole della violenza del controllo sociale del regime e di rischiare quindi la vita, decise di operare per scuotere le coscienze contro la dittatura, ma anche di chi, pur partendo da un’iniziale avversità al nazismo, decise alla fine di non condividere quella importante scelta.

Andrea D’Onofrio