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Paolo Capuzzo (a cura di) – Genere, generazione e consumi. L’Italia degli anni Sessanta – 2003

Paolo Capuzzo (a cura di)
Roma, Carocci, pp. 255, euro 20,50

Anno di pubblicazione: 2003

Nel 2002 la Fondazione Gramsci ha organizzato un convegno il cui obiettivo è stato quello di offrire un primo contributo al tentativo di ricostruzione storica del processo di evoluzione sociale e culturale che investì l’Italia negli anni del boom economico, individuando le trasformazioni che hanno lasciato un segno profondo nella nostra società. Il volume, che porta il titolo del convegno, è la raccolta dei contributi che furono allora esposti. La lettura scorre veloce e piacevole, quasi fosse la storia di qualcosa che già conosciamo, un déjà vu che assume qui aspetto di sistema. I nostri nonni ci hanno raccontato dei primi televisori comprati a rate, del cibo in scatola, del latte condensato, della facilità a conservare i cibi ? dono prezioso dei frigoriferi e ancor più dei congelatori ? presenti in abbondanza negli scaffali ben ordinati dei supermercati. Le nostre mamme parlano ancora con un certo orgoglio dello loro prime minigonne, simbolo e strumento di un’emancipazione che sembrava a portata di mano e di portafoglio; i nostri padri sorridono ripensandosi giovani in cerca di un nuovo modello di ?virilità?, che rispecchiasse il loro essere maschi senza per questo suscitare le ire funeste delle loro donne non più solo mogli (splendido, in tal senso, il contributo di Sandro Bellassai). Tutto questo lo sapevamo già. Quello che non era ancora stato fatto, e che invece trova spazio nel volume, è di sistematizzare tutte queste informazioni in un unico contesto, dove i protagonisti, uomini-donne e giovani-anziani, diventano attori e non più spettatori passivi di una straordinaria evoluzione sociale, di una grande trasformazione dal basso (come la definisce Emanuela Scarpellini) che trova il proprio motore nel consumo. Essi interpretano, a modo loro, il ?nuovo? che avanza ?da Ovest?, il modello di società del consumo, calandolo nella realtà italiana e americanizzando, magari solo a metà, abitudini, equilibri e modi di pensare precedenti. Emergono man mano i punti di forza e i punti di debolezza non tanto del modello in sé quanto piuttosto delle modalità con le quali si è innestato nel tessuto sociale italiano, e come tutto questo abbia finito per scardinare equilibri sociali meno rigidi di quanto non si sia in realtà creduto per molto tempo.
Ciascuno dei vari saggi contenuti nel testo, tasselli preziosi di un puzzle ancora da completare, contribuisce a far luce su un aspetto dell’intreccio cui danno origine le molteplici interazioni fra i tre assi principali di analisi ? genere, generazioni, consumi ? inserite nel contesto più ampio delle vicende storiche, economiche e politiche italiane degli anni del boom, e ci guida nel difficile percorso di reinterpretazione del nostro passato più recente. Nel decennio che vede l’Italia entrare tra il ristretto gruppo dei paesi economicamente più sviluppati, la sua popolazione vive un processo di grandi trasformazioni sociali quasi a tappe forzate. Il merito di questo volume e di coloro i quali vi hanno contribuito sta nella capacità di aver voluto e saputo guardare a quella evoluzione non come distruttrice di equilibri precedenti, ma piuttosto come creatrice di nuovi modelli sociali e culturali che hanno trasformato gli italiani di ieri negli italiani di oggi.

Annalisa Coli