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Paolo Gheda – La promozione dell’Italia nel mondo. L’Università per stranieri di Perugia dalle origini alla statizzazione – 2004

Paolo Gheda
Bologna, il Mulino, pp. 273, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2004

La storia delle università italiane in età contemporanea registra più di un caso atipico e la vicenda perugina offre vari spunti in questo senso: ateneo secondario nello Stato Pontificio, poi università libera nell’Italia liberale, statizzata dopo la riforma Gentile, questa sede vide anche la nascita, proprio nel cruciale 1925, di un ente autonomo che avrebbe acquisito una specifica fisionomia, l’Università per stranieri. Il problema più evidente è quello dei contenuti politici di questo singolare esperimento: del suo rapporto col fascismo, insomma, che è al centro di questa ricostruzione. Ma altri aspetti significativi meritano di essere rilevati, da quello della ?territorialità? dell’istituzione e del suo rapporto con gli enti locali a quello della definizione di compiti ed attribuzioni formali ? esemplare il contenzioso con i ministeri dell’Istruzione e degli Esteri sul riconoscimento internazionale del diploma rilasciato per l’insegnamento dell’italiano, che avrebbe implicato, oltre a trattative sulla reciprocità, l’assunzione di un più chiaro profilo universitario ?, definizione compiutasi di fatto solo con la legge di riforma del 1992, che avrebbe però segnato anche la conclusione formale di una sorta di monopolio.
Valendosi soprattutto dell’archivio della ?Stranieri?, Gheda ripercorre con efficacia la storia dell’istituzione, rilevando l’originaria matrice turistico-culturale dei corsi avviati nel settembre 1921, ed affiancati, già dal 1922, da corsi estivi per stranieri di grammatica e letteratura italiana e latina. Questo duplice orientamento avrebbe segnato a lungo l’offerta didattica della ?Stranieri?, che nella sua fase costitutiva poté valersi dell’apporto di Gentile, Fedele, Rocco, e persino della presenza di Mussolini a Perugia, il 5 ottobre 1926. La qualità politica delle presenze alla ?Stranieri?, ed il peso di alcune figure influenti del fascismo umbro come Bastianini e Felicioni, non devono però far pensare alla ?Stranieri? come ad un luogo di mera propaganda; fra gli insegnanti e conferenzieri vi furono alcuni firmatari del Manifesto Croce (p. 78), e del resto le ?cautele scientifiche? (p. 115) adottate in sede ministeriale nei confronti della ?Stranieri? sarebbero state fuori luogo se la dimensione didattico-culturale vi fosse stata ritenuta poco più che pretestuosa. Tuttavia, nel corso degli anni Trenta si avvertì il peso crescente del controllo politico; e l’?equivoco? (p. 17) sulla piena identità fascista della ?Stranieri? avrebbe pesato dopo il 1944, quando entrarono in gioco personaggi come Capitini.
Nel volume viene privilegiata la sfera istituzionale, e la ricostruzione dell’opera del fondatore, Astorre Lupattelli, con un più breve esame del periodo successivo al 1945. Approfondimenti sarebbero certo possibili sui contenuti dei corsi ? penso ad alcune lezioni di Chabod ? e sull’ambiente studentesco, ampliando anche il quadro dei riferimenti bibliografici. Dovuto verosimilmente a cause informatiche è il piccolo ?mistero? del ministro ?Bellu? (Belluzzo), varie volte citato alle pp. 111-115, e poi sparito dall’indice dei nomi.

Mauro Moretti