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Paolo VI. Il Vangelo nel mondo contemporaneo

Agostino Giovagnoli, Giorgio Del Zanna (a cura di)
Milano, Guerini e associati, 319 pp., € 22,50

Anno di pubblicazione:

Il volume raccoglie gli atti di un convegno tenuto all’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano nel maggio 2018. La sua originalità rispetto a tante altre pubblicazioni di carattere biografico o agiografico sta nel tentativo di rivisitare tutta la storia del pontificato montiniano alla luce dell’esortazione apostolica postsinodale Evangelii Nuntiandi (1975), considerata da papa Francesco come «il documento pastorale più importante, che non è stato superato, del post-concilio» (Evangelii Gaudium).
«Non rappresenta la sistemazione finale di una riflessione sviluppata per un’intera esistenza, ma, a suo modo, è anche una sintesi del lungo percorso di Giovanni Battista Montini che, con questo testo, è andato oltre se stesso, facendo tesoro di tutta la sua esperienza, ma proponendola in una luce nuova» scrive Agostino Giovagnoli nella sua Introduzione al volume (pp. 8-9). Nella prima parte, il card. Pietro Parolin mette in evidenza la novità di una «diplomazia della pace» come «nuovo impegno della Chiesa nel mondo» (pp. 26-29) all’indomani del concilio, mentre Andrea Riccardi traccia un «ritratto di Paolo VI», «papa popolare e moderno» divenuto un «pontefice amletico» ma «combattente» di fronte alla crisi postconciliare (p. 55).
La seconda parte del volume affronta il tema dell’evangelizzazione nelle varie culture: l’America Latina (Carlos Maria Galli), i paesi comunisti dell’Est (Roberto Morozzo della Rocca), l’Africa (Angelo Romano), la Cina (Elisa Giunipero). Di particolare interesse sono lo studio di Gianni La Bella sulla «rivoluzione» della Populorum Progressio (1967) e la sintesi di Angelo Maffeis su «Evangelizzazione e unità della Chiesa». La terza parte si sofferma sul ruolo di Montini come vescovo a Milano «in una città che cambia» (Giorgio Del Zanna) e come vescovo di Roma «in una città sempre meno “cattolica”» (Marco Impagliazzo, p. 237). Matteo Mennini sottolinea la centralità del tema della «Chiesa dei po- veri» (ecclesia pauperum) nel suo pontificato. Alfredo Canavero fa vedere come «la nomina a pontefice» lo abbia indotto a «rivedere la sua posizione sulla vita politica» (p. 258) nel senso di un legittimo pluralismo. Lungi dal considerare l’enciclica Humanae vitae (1968) una svolta del pontificato, Pierangelo Sequeri la inserisce, al contrario, nell’insieme di un magistero «profetico» e «sapienziale» (p. 263).
L’ultima parte del volume propone tre interpretazioni della sua figura dovute a tre tra i suoi più recenti biografi: quella di un papa «intransigente» nella difesa della fede ma aperto alla «comprensione profonda» dell’altro (Fulvio De Giorgi, p. 279), quella di un uomo spirituale attento soprattutto alla trasmissione della fede al mondo (Giselda Adornato), quella di un Montini educatore e pastore «da non lasciare ai montiniani» (Andrea Tornielli).
La lettura, talvolta esageratamente «bergogliana», del pontificato che ci viene pro- posta dalla maggiore parte dei contributi raccolti non toglie nulla all’interesse di un libro che, su molti aspetti, rinnova e aggiorna la nostra conoscenza, non solo dell’«ultimo», ma dell’intero Paolo VI.

Philippe Chenaux