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Pasquale Iuso – Esercito, guerra e nazione. I soldati italiani tra Balcani e Mediterraneo orientale 1940-1945 – 2008

Pasquale Iuso
Roma, Ediesse, 309 pp., euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2008

Il volume presenta i quattro grandi teatri della guerra italiana nei Balcani: la Jugoslavia adriatica, l’Albania, la Grecia continentale, l’Egeo, per ognuno dei quali riassume le fasi dell’occupazione, la crisi dell’8 settembre 1943, le sorti successive dei soldati. Un quinto capitolo è dedicato ai militari italiani riparati in Turchia dopo l’8 settembre. Teatri e problemi che Iuso ha già in buona parte percorso nei suoi studi precedenti, le sue sintesi si leggono bene, sono informate e equilibrate. Mancano però note sia pure rapide sulle fonti, sul ritardo e i limiti delle ricerche disponibili, come pure sui nuovi contributi settoriali che stanno fiorendo; gli stessi scritti di Iuso sono citati quasi di sfuggita, non presentati come sarebbe utile. Nulla poi è detto sulle ricerche condotte dall’a. negli archivi italiani, indicati soltanto con le sigle Acs, Asmae, Aussme (l’unico visto con continuità), senza particolari sui fondi utilizzati: ricorrono poi sigle inusuali come Dgpu e Vdgpu, nonché il Fondo Co.Re, M.It.E e almeno un sito internet, sempre senza chiarimenti. Pure gli archivi stranieri sono indicati soltanto con le sigle: Ba.Ma, Naw e Naw ?, Pro, Wo e Pro, Adm; qualche cenno in più francamente non guasterebbe.I capitoli più ricchi sono quelli sull’Egeo e sui militari fuggiti in Turchia, ma tutti sono interessanti e utili, malgrado la citata carenza delle fonti. Ad esempio il capitolo sulla Grecia continentale utilizza largamente testi non sempre affidabili; e per l’eccidio di 150 greci nel febbraio 1943 in Tessaglia dà come fonte soltanto un recente documentario cinematografico. Un pregio del volume è lo sforzo costante di stabilire nessi tra il comportamento delle truppe nel tempo dell’occupazione e le loro scelte del settembre 1943, senza dimenticare le vicende successive. In apertura del volume Iuso dichiara infatti che il suo scopo è di chiarire «come le truppe italiane all’estero abbiano vissuto il rapporto tra la guerra, la nazione e l’esercito combattente durante il secondo conflitto mondiale attorno a tre passaggi cruciali: la guerra fascista, la crisi dell’armistizio, il passaggio alla cobelligeranza» (p. 9). L’obiettivo è troppo ambizioso, lo stato degli studi consente soltanto analisi parziali e conclusioni provvisorie; ma molte note sono stimolanti. Manca lo spazio, citiamo soltanto il ricupero del concetto di «terra di nessuno» per indicare il diffuso disorientamento delle truppe italiane dinanzi al venir meno degli abituali punti di riferimento comportamentali quando l’iniziale atteggiamento compromissorio cedeva dinanzi al crescere di una violenza verso i civili non condivisa, ma praticata.

Giorgio Rochat