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Passaggi. Italiani dal fascismo alla Repubblica

Mariuccia Salvati
Roma, Carocci, 209 pp., € 19,00

Anno di pubblicazione: 2016

Il libro raccoglie otto testi, per lo più già editi, risalenti agli anni dal 1997 al 2016, tutti relativi a esperienze individuali e collettive vissute negli anni del regime fascista e poi, soprattutto, nel corso della transizione dal fascismo alla democrazia repubblicana. Il titolo allude proprio all’attraversamento da parte degli Italiani, singolarmente e come collettività, di quegli anni tormentati della storia nazionale, sullo sfondo anche di generali processi di trasformazione su scala mondiale, a proposito dei quali proprio in apertura del primo saggio l’a. rimarca l’importanza che Charles S. Maier ha avuto nell’orientare la storiografia a collocare l’entre-deux-guerres «all’interno di un ciclo più lungo desunto dai processi economici internazionali più che da quelli ideologici nazionali» (p. 17).
Non è solo la coerenza tematica a tenere insieme il libro e a dare sostanza unitaria a scritti concepiti nell’arco di un ventennio; l’unità del libro sta anche nell’angolo visuale prescelto per accostarsi alla storia dell’Italia tra fascismo, guerra, Resistenza e Repubblica, e nell’indicazione metodologica che ne scaturisce e che richiama alla mente la History in Fragments adottata all’inizio del nuovo secolo da Richard Vinen come chiave di lettura del ’900: una storia che mette a fuoco la molteplicità delle esperienze vissute nel corso di una medesima congiuntura storica, che appunta l’attenzione sui percorsi particolari più che sui soggetti collettivi e, nel caso in questione, sulla storia dell’Italia vista attraverso la storia di un campionario di italiani. «Il mosaico di pezzi che ne risulta – si legge nell’Introduzione – costituisce un modo di scrivere la storia del nostro paese tra fascismo e antifascismo che tiene conto del venir meno, dagli anni Novanta, della grande narrazione dei partiti politici nati dalla Resistenza» (p. 14). «La scelta di guardare alle storie di vita, ai singoli episodi biografici» è presentata come risposta alla crisi politica e culturale apertasi nello scorcio conclusivo del secolo scorso, che dissuade dal proseguire «lungo la strada, già abbondantemente arata, dell’affermazione e della storia dei partiti antifascisti»; ma intende anche porsi sulla scia del Marc Bloch che individua nel «fattore umano» la fonte di ogni racconto storico (pp. 14-16).Una particolare attenzione è dedicata alle testimonianze di intellettuali, soprattutto scrittori. Tra questi primeggia per citazioni Corrado Alvaro, per l’acutezza dei suoi interventi sulla stampa periodica dell’immediato postfascismo, ma anche per la corrispondenza del suo modo di guardare all’Italia – «Il nostro è veramente un paese troppo lungo, in cui i fatti storici si manifestano in modi diversi e spesso opposti» (p. 74) – alla metodologia dell’a., nelle cui pagine è molto presente la realtà romana, valorizzata, con un forte richiamo alle intuizioni di Nicola Gallerano, come «osservatorio particolare» (p. 59), in parte anticipatore dei futuri sviluppi del paese.

Leonardo Rapone