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Patrioti, politici, imprenditori. La famiglia Cataldi e lo stabilimento termale Caronte tra ’700 e ’900

Nunzio Greco
Introduzione di Renata De Lorenzo, Soveria Mannelli, Rubbettino, 392 pp., € 25,00

Anno di pubblicazione: 2016

Il libro, introdotto da Renata De Lorenzo e arricchito da una serie di apparati di immagini e informazioni e da un’Appendice documentaria, ricostruisce la storia di una famiglia borghese di una piccola realtà rurale del Sud d’Italia – Sambiase, in provincia di Catanzaro – tra età moderna e contemporanea, avvalendosi prevalentemente di carte private.
Protagonisti sono i Cataldi, élite di proprietari terrieri che nel corso del ’700 iniziano la propria ascesa sociale privilegiando soprattutto la promozione della vita ecclesiastica e le pratiche endogamiche dei propri membri. Capostipite ne è Giangaleano il quale nel 1716, dopo aver acquisito le sorgenti termo-minerali di una badia del posto, fonda uno stabilimento termale (il futuro Terme Caronte S.p.A., ancora oggi attivo), la cui gestione consentirà a diversi eredi di acquisire un prestigio sociale fondamentale per l’assunzione di varie cariche pubbliche, come quelle di decurione, sindaco, comandante della Guardia Nazionale e prefetto.
Nel contesto in cui operano – comune a diverse aree del Sud d’Italia, prevalentemente agricolo e con ritardi creditizi e manifatturieri – i Cataldi dimostrano una peculiare abilità nello sfruttare al meglio i cambiamenti storici in atto riuscendo, con opportune relazioni politiche e sociali e scelte economiche e culturali, a incidere sul successo dell’azienda termale più di qualsiasi «logica imprenditoriale sconvolgente» (p. 21). A essere particolarmente intenso è l’intreccio con la politica, prima tramite il sostegno alle idee del 1799 e alla Carboneria, poi attraverso la vicinanza ai napoleonidi e in seguito, dopo la breve fiducia accordata a Ferdinando II, nell’adesione alla causa risorgimentale. I Cataldi sono, del resto, parenti del patriota Giovanni Nicotera e, con Giovanni Maria, prenderanno parte anche alla Spedizione dei Mille.
Il quadro che emerge conferma un Mezzogiorno plurale e poco marginale, che attraverso questo caso di studio si fregia di elementi utili di conoscenza sulla storia del termalismo in Italia e sugli stili di vita della famiglia indagata. Particolarmente apprezzabile è l’attenzione ai contesti rurali – ancora poco noti rispetto a ruolo e processi di ascesa/consolidamento delle classi medie – e alle dinamiche politiche risorgimentali, che ribadiscono le profonde disarticolazioni del mondo moderato e democratico, e la partecipazione attiva e complessa del Mezzogiorno al Risorgimento italiano. Resta invece sullo sfondo, evidentemente anche per la disponibilità e la tipologia delle fonti consultate, la ricostruzione delle dinamiche imprenditoriali nel secondo ’900, che a giudicare dal titolo ci si sarebbe aspettati di trovare ma che di fatto viene ripercorsa sino alla Grande guerra e sulla base di motivazioni finali che appaiono piuttosto romanzate e poco convincenti. Avrebbero inoltre giovato a dare maggiore spessore interpretativo alcuni studi degli ultimi anni sulla storia del notabilato e delle borghesie, tra cui quelli di De Donno, Denitto, Rizzo e Romano.

Elisabetta Caroppo