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Pensiero e azione. L’anarchismo come logos, praxis, ethos e pathos

Amedeo Bertolo
Milano, Elèuthera, 176 pp., € 17,00

Anno di pubblicazione: 2018

Amedeo Bertolo, venuto a mancare nel novembre del 2016, è stata una delle prin- cipali figure del movimento anarchico italiano del secondo dopoguerra. Assurto all’onore delle cronache per essere stato uno degli autori del sequestro del viceconsole onorario di Spagna a Milano del 1962, Bertolo deve essere in realtà ricordato come uno dei principali teorici del movimento libertario italiano, ed europeo, della seconda metà del ’900. Que- sto saggio pubblicato da Elèuthera raccoglie, oltre alle schede biografiche di due figure centrali per la formazione umana e politica di Amedeo Bertolo (Pio Turroni e Louis Mer- cier Vega) e ad alcuni brevi scritti inediti dello stesso Bertolo, una lunga intervista fatta a Bertolo da Mimmo Pucciarelli. Quest’ultimo, anch’egli militante libertario, è dal 2006 responsabile del Centre de documentation et de recherche sur les alternatives sociales di Lione, in Francia. L’intervista, qui pubblicata per la prima volta in italiano, è stata fatta nel 2006, nell’ambito di un progetto che aveva portato lo stesso Pucciarelli a incontrare le maggiori figure dell’anarchismo europeo del secondo dopoguerra, tra cui anche Eduardo Colombo, Marianne Enckell, Ronald Creag e José Maria Carvalho Ferreira.
La lunga intervista a Bertolo (pp. 19-122) rappresenta una straordinaria testimo- nianza di cosa sia stato il movimento anarchico italiano del secondo dopoguerra e, soprat- tutto, della sua evoluzione. Rilevante ci pare la prima parte dell’intervista, quella relativa alla formazione politica del giovane Bertolo, e del lungo processo che lo ha portato a scoprirsi anarchico, passando prima da una militanza repubblicana e radicale, che si con- cluse con il già citato rapimento del 1962. Altro passaggio ben ripercorso nell’intervista di Pucciarelli è quello del radicale cambiamento che conobbe il movimento anarchico attorno al 1968. «[Rimanemmo] non solo stupefatti ma anche entusiasti di veder sven- tolare le bandiere anarchiche nelle piazze come una componente fondamentale di quella rivolta» (p. 71), ammise lo stesso Bertolo. Il testo è accompagnato da numerose foto che ritraggono Amedeo Bertolo nel corso degli anni. Si tratta di importanti testimonianze iconografiche che ci parlano di un movimento, l’anarchismo italiano del secondo dopo- guerra, ancora inserito in un vivace contesto di contatti transnazionali, nonostante una crisi della militanza difficilmente negabile.
Questo volume, nonostante l’eterno limite di un approccio eccessivamente militante che ancora si riscontra quando si parla delle vicende dell’anarchismo italiano, ci pare rap- presenti un necessario punto di partenza per chiunque voglia finalmente affrontare una storia complessiva del movimento anarchico nel secondo dopoguerra. Nonostante nel corso dell’ultimo decennio sia apparso qualche primo studio (penso ai più recenti lavori di Giorgio Sacchetti o di Pasquale Iuso) la strada da fare ci pare sia ancora molta ma deve passare, come in parte ci dimostra questo volume, anche da un uso diffuso delle interviste e delle fonti orali.

Enrico Acciai