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Petra Terhoeven (a cura di) – Italien, Blicke. Neue Perspektive der italienischen Geschichte des 19. und 20. Jahrhunderts – 2010

Petra Terhoeven (a cura di)
Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 302 pp., € 32,95

Anno di pubblicazione: 2010

La storiografia tedesca rappresenta una delle componenti più importanti degli studi di storia italiana al di fuori dei nostri confini. I saggi di questo interessante volume, che raccoglie i risultati di ricerche sul campo condotte da studiosi di diverse generazioni, si concentrano sul Risorgimento, sul periodo fascista e sull’Italia repubblicana. Gabriele B. Clemens mette in luce le specificità della nobiltà italiana nell’800, la sua caratterizzazione regionale, ma anche la sua presenza non solo nella sfera politica, ma anche e soprattutto nella produzione della narrazione storica attraverso archivi e associazioni di storia patria. Martin Baumeister affronta invece la questione del rapporto tra ebrei e Risorgimento e delle interpretazioni che vedono la storia degli ebrei prima del fascismo come una storia di integrazione di successo differenziando l’Italia dal resto d’Europa.Nell’analizzare la politica fascista verso gli ebrei dopo il 1936, Frauke Wildwang sottolinea come essa tendesse all’esclusione degli ebrei distinguendosi dalla politica nazionalsocialista in cui prevalevano le tendenze all’eliminazione. Attraverso l’analisi di numerosi resoconti tedeschi delle udienze concesse da Mussolini, Wolfgang Schieder mette in luce il ruolo di queste udienze nella costruzione dell’immagine del duce che veniva rafforzata dalle modalità di svolgimento delle udienze. Charlotte Tacke prende in esame il fenomeno della caccia, una pratica popolare e al tempo stesso elitaria. Prendendo le mosse dall’analisi dell’adunata del 1932 dei cacciatori, Tacke fa emergere le tensioni sociali che la questione della caccia sollevava anche all’interno dell’area di potenziale consenso al regime. Il fascismo viene analizzato soprattutto attraverso l’analisi delle sue pratiche simboliche. La capillare penetrazione della società operata dal fascismo coinvolse anche l’architettura che nell’area sudtirolese portò ad una ridefinizione dell’immagine urbana di Bolzano cancellandone l’impronta austriaca (Dunajtschick e Mattioli).Nella parte dedicata all’Italia repubblicana, Thomas Kroll mette in luce la contraddizione degli intellettuali comunisti difensori al tempo stesso della democrazia rappresentativa e di Stalin, mentre Petra Terhoeven ricostruisce l’interpretazione che la sinistra italiana diede della lotta al terrorismo tedesco e in particolare della vicenda di Stammheim. Malte Koenig analizza la figura di Franco Basaglia e il significato della Legge 180. Ina Brandt prende in esame il ruolo della celebrazione del 25 aprile nella storia italiana, ricostruendone l’importanza e le controversie che l’hanno accompagnata, mentre Lutz Klinkhammer analizza il rapporto tra politica e passato nei decenni della cosiddetta «seconda Repubblica». Chiude il volume una riflessione di Christof Dipper sulla modernità in Italia e Germania attraverso l’analisi del ruolo della famiglia e dell’industria.

Stefano Cavazza