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Philippe Boutry – Souverain et pontife. Recherches prosopographiques sur la curie romaine à l’age de la Restauration (1814-1846) – 2002

Philippe Boutry
Roma, École française de Rome, pp. 769, s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2002

Professore all’Université de Paris 12 e direttore di ricerca all’EHESS, l’autore si è occupato della storia religiosa nella Francia moderna, indagata attraverso pratiche popolari come il pellegrinaggio; successivamente ha analizzato i nessi tra mentalità religiosa e teoria politica, nel passaggio dal principio divino alle forme laiche della sovranità. Da qui l’interesse per una espressione così peculiare dello Stato come quello dei papi, al quale ha dedicato una recente monografia sull’età napoleonica. Vi affianca ora questa corposa prosopografia, che ne restituisce la complessa organica statale durante la Restaurazione.
Il libro è organizzato in due sezioni. La prima offre un catalogo ragionato dei dicasteri romani ? dalle congregazioni permanenti e temporanee ai tribunali alle commissioni ai ministeri, descritti nella loro evoluzione storica e funzionale, che attraversa percorsi plurisecolari, risalenti talvolta al medioevo ? come nel caso della Cancelleria Apostolica o della Sacra Rota ?. Vengono esclusi dalla lista i rari uffici occupati da personale laico, cosa che accentua l’impressione della forte impronta ecclesiastica della dirigenza vaticana. Nella seconda sono raccontate le biografie ? più di 800 ? degli alti prelati che hanno ricoperto quelle cariche tra il pontificato di Clemente XIV e quello di Gregorio XVI. Entrambe le sezioni sono corredate di un indice delle fonti usate per l’analisi.
Concepito nella forma classica della prosopografia, il volume rappresenta un utile strumento di consultazione ed una panoramica esaustiva sul potere temporale dei papi al suo declino, in un periodo particolarmente turbolento della sua storia, in cui esso riesce a conservare le sue caratteristiche, risalenti all’impostazione tridentina del potere temporale, nonostante gli intermezzi riformistici, concentrati in particolare nel settore dell’amministrazione periferica. Il monopolio esercitato dalle gerarchie ecclesiastiche e, di converso, l’onnipresenza del papa-re nelle istituzioni di governo; la lunga durata del ?governo per magistrature? restaurato dopo il breve intermezzo napoleonico; infine, la sopravvivenza delle giurisdizioni speciali, con competenze che spaziano dalla disciplina ecclesiastica alla repressione del crimine alle dispute feudali: questi i tratti più notevoli ? e più noti ? del quadro. A chi si occupi di storia sociale delle istituzioni, questa prosopografia offre inoltre interessanti spunti di riflessione sulla fisionomia del funzionario moderno, così come viene raffigurata dai prelati della Curia, uomini di corte e di Stato, integrati in un organico gerarchico che ha al suo vertice il papa-re ma, al contempo, parte attiva di una rete familiare aristocratica che usa l’identificazione con la disciplina ecclesiastica come efficace strumento di potere.

Carolina Castellano