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Pier Luigi Ballini (a cura di) – La questione elettorale nella storia d’Italia. Da Depretis a Giolitti (1876-1892) – 2004

Pier Luigi Ballini (a cura di)
Roma, Archivio storico della Camera dei Deputati, 2003, 2 voll., pp. XVI-758, eu

Anno di pubblicazione: 2004

Il volume inaugura un più ampio programma di pubblicazione delle fonti sulla questione elettorale dall’Unità al fascismo conservate nell’Archivio storico della Camera dei Deputati. Il primo tomo è costituito da un saggio critico introduttivo. Il secondo raccoglie una copiosa mole di documenti, comprendente i verbali degli uffici e delle commissioni che si sono occupate dei progetti e dei disegni di legge di riforma della normativa elettorale politica dal 1876 al 1892, date giustamente indicate come periodizzanti dal curatore, specialista dell’argomento e professore presso la Facoltà di Scienze politiche ?Cesare Alfieri? dell’Università di Firenze.
Dopo il disinteresse mostrato dalle classi dirigenti moderate, il 1876 avvia con l’avvento al potere della Sinistra storica una fase di intensa progettualità e produzione legislativa in materia elettorale, coronata nel 1882 dall’allargamento del suffragio e dall’adozione dello scrutinio plurinominale, detto ?di lista?. Il 1892, invece, segna la restaurazione dell’antico regime di scrutinio uninominale (promossa da Di Rudinì e messa in atto da Giolitti) e chiude, anche simbolicamente, un periodo caratterizzato da un forte investimento sul sistema elettorale, che le nuove élites progressiste individuano come lo strumento fondamentale per riformare il sistema politico, messo sotto accusa da più parti ? in particolare dagli eredi culturali e politici della Destra storica. La lunga e dettagliata introduzione, che fa ampio ricorso non solo alla documentazione parlamentare, ma anche ai carteggi dei protagonisti, mostra bene le declinazioni peculiari, perduranti talvolta fino ai giorni nostri, conosciute in ogni contesto dal surplus di aspettative che gli attori politici europei caricano nell’Ottocento sui modi di scrutinio e sulle riforme elettorali. Mentre in Francia ogni regime politico dalla Monarchia di luglio alla Terza Repubblica si identifica con un meccanismo di voto e ne fa un uso di parte, in Italia, dopo la disillusione per la crisi delle identità politiche riconducibili ai ?grandi partiti? risorgimentali, le discussioni intorno alle regole elettorali, in particolare la questione dello scrutinio uninominale o plurinominale, mobilitano le attese verso la politisation delle elezioni e la configurazione in senso bipartitico o bipolare del sistema politico.
Questo modo di pensare la questione elettorale quale risorsa per semplificare l’architettura partitica e per sviluppare l’attitudine all’alternanza si riscontra anche successivamente nella storia italiana, arrivando a far sentire la sua eco nel revival di fine Novecento del dibattito fra partigiani dello scrutinio proporzionale e sostenitori dell’uninominale, ultima tappa del lungo percorso di disinganni ai quali sono andate incontro classi dirigenti e opinioni pubbliche poco inclini per retaggio storico ad affrontare in modo tecnico-pratico e non ideologico le tematiche elettorali.

Gian Luca Fruci