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Pier Luigi Ballini, Sandro Guerrieri, Antonio Varsori (a cura di) – Le istituzioni repubblicane dal centrismo al centro-sinistra (1953-1968) – 2006

Pier Luigi Ballini, Sandro Guerrieri, Antonio Varsori (a cura di)
Roma, Carocci, 397 pp., euro 29,20

Anno di pubblicazione: 2006

Volume a molte mani, frutto di una ricerca collettiva che ha coinvolto venti autori, il libro è diviso in quattro sezioni intitolate: Il boom economico e il governo dello sviluppo, Le istituzioni, La dimensione internazionale e Partiti e società, anche se molti saggi, per la ricchezza di contenuti, escono dai limiti della sezione in cui si trovano incasellati. Come tutti i lavori collettivi il rischio di frammentazione risulta estremamente elevato, compensato in questo caso dall’aver esplorato territori poco noti, come la presenza e la politica italiana nelle istituzioni internazionali, dalla CECA all’ONU, fino ad un saggio di Calandri sugli aiuti allo sviluppo, e aver aperto alcuni interessanti squarci di storia istituzionale (Melis, che studia la quantità del lavoro dei parlamenti, Simoncini, sulla Corte costituzionale, Alvazzi del Frate sulla istituzione del CSM) nonché di storia economica (Segreto, con un saggio sulla geopolitica dell’approvvigionamento energetico dell’Italia). La maggiore originalità del lavoro risiede nella scelta temporale, per cui l’evento politico principe, i primi governi di centro sinistra, è inserito all’interno di una visuale di più lungo periodo, che relativizza le novità della svolta a sinistra, evidenziando spesso sostanziali continuità di natura istituzionale e pesanti condizionamenti derivanti dalla collocazione internazionale del nostro paese.È possibile distinguere un filo comune di fondo che emerge da gran parte dei saggi, ed è la valutazione sostanzialmente critica del passaggio dai governi centristi al centrosinistra. In particolare molti contributi (Bini, Le grandi scelte di politica economica; Taviani, Le riforme del centro-sinistra) sottolineano le velleità della prima programmazione, i suoi insuccessi, gli obbiettivi irrealistici, la parzialità, a volte la vera e propria contraddittorietà delle riforme sociali e del welfare inaugurate nei primi anni ’60, mentre Orsina, Il sistema politico, si cimenta in una suggestiva ipotesi controfattuale sulle conseguenze di una continuità di governi centristi, alternativa alla svolta del centrosinistra.Un pericolo che si avverte, soprattutto nei saggi della prima parte, è la tentazione di contrapporre gli anni del boom economico alla «congiuntura» degli anni ’60, esprimendo un giudizio negativo a volte aprioristico. Non bisogna dimenticare che il miracolo economico, più che frutto di politiche mirate, fu facilitato soprattutto da una fortunata congiuntura internazionale che trovò il nostro paese in condizioni particolarmente favorevoli (abbondanza di manodopera inoccupata o sottoccupata, bilancio statale in pareggio, bilancia dei pagamenti in equilibrio), risultato di politiche prudenti e tradizionali da parte dei governi centristi, non più riproducibili negli anni ’60.Detto questo è innegabile che il volume, per il livello degli studiosi coinvolti, rappresenta un vero e proprio stato dell’arte della ricerca storica sulla classe politica del dopoguerra, la politica estera e la politica economica fino alle soglie del ’68.

Alessandro Polsi