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Pierluigi Pallante (a cura di) – Foibe. Memoria e futuro – 2007

Pierluigi Pallante (a cura di)
Presentazione di Oscar Luigi Scalfaro, Roma, Editori Riuniti, 316 pp., Euro 16,0

Anno di pubblicazione: 2007

Il volume raccoglie gli atti dei convegni internazionali tenuti a Roma e a Rovigo nel febbraio e nel maggio 2007. La tempestiva proposta di tali materiali indica la persistenza di un sovraccarico politico-mediatico sulle vicende del confine orientale, che ancora muove la pubblica opinione e gli storici, chiamati a puntualizzare, documentare, comparare. In questo caso si tratta di studiosi che sono molto addentro alle questioni e pertanto consapevoli della necessità di relazioni transnazionali, di lunghe periodizzazioni e di comuni punti di partenza, come quella Relazione della Commissione storico-culturale italo-slovena. Rapporti italo sloveni 1880-1956 che compare in appendice al volume.I tredici saggi proposti, introdotti dalla sintesi di Pallante – e da un toccante richiamo di Scalfaro al rispetto del vero – spaziano dall’analisi delle identità comunitarie nell’Adriatico nord-occidentale dal 1850 (Egidio Iveti?) alle nuove e auspicabili forme di riconciliazione e di autocoscienza dell’Europa (Guido Crainz, Pedrag Matvejevi?). L’analisi di M. Kacin Wohinz parte dal 1918, dalla conclusione di quel processo «imperfetto» di unificazione nazionale italiana che inglobò circa mezzo milione di slavi della Venezia Giulia. Sei contributi, provenienti da diverse narrazioni nazionali e varie metodologie, mettono a fuoco i costi specifici della seconda guerra mondiale al confine orientale e le peculiarità politiche del passaggio al dopoguerra e alla guerra fredda (Ravel Kodri?, Enzo Collotti, Antonio Varsori, Marco Galeazzi, Boian Gode?a e Tadeja Tomin?ek, Marino Manin). Ne risultano privilegiate le categorie di «nazionalizzazione»/«snazionalizzazione», «nazionalismo»/«internazionalismo», rispetto alle quali ci si interroga in modo trasversale sui tempi, sugli strumenti di repressione, sui gradi di animosità e i salti di qualità, sulle relazioni esistenti tra spinte dal basso e violenza di Stato; in tale ambito Nevenka Troha valuta anche il peso della teoria leninista secondo la quale negli Stati comunisti le questioni nazionali si sarebbero dissolte come neve al sole grazie alle virtù unificatrici dell’internazionalismo rivoluzionario.In tale ricchezza di tematiche e approcci – comprensiva anche di un significativo repertorio di memorie di protagonisti – solo due interventi, quelli di Franco Ceccotti e Raoul Pupo, rileggono la specificità del tema foibe, distinguendo tra gli eccidi in Istria del 1943 e quelli nell’area triestina e goriziana del maggio-giugno 1945 e trattando anche la spinosissima questione delle quantificazioni. La sobrietà degli stili e la capacità di operare sintesi documentate segnano un passo ulteriore verso una storiografia critica che, attraverso il tema della frontiera, sempre più si rivela capace di affrontare un impopolare lavoro di demitizzazione.

Gloria Nemec