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Piero Aimo – La giustizia nell’amministrazione dall’Ottocento ad oggi – 2000

Piero Aimo
Laterza, Roma-Bari

Anno di pubblicazione: 2000

La vicenda del contenzioso amministrativo si aprì nel passaggio tra il XVIII ed il XIX secolo, con l’emersione di due poteri dalle attitudini divergenti ed incompatibili: l’amministrazione, votata alla modernizzazione della società ed espressa da un’autorità monocratica; e la giustizia, tesa alla conservazione di un diritto preesistente ed affidata ad un apparato collegiale. Il problema storico si pose con l’esigenza di istituire un meccanismo di controllo sull’operato dell’amministrazione, che rispettasse al contempo la ripartizione dei poteri ed il principio dell’unicità della giurisdizione. Come conciliare la tutela del privato con la promozione del pubblico interesse?
La materia è più che mai tecnica e specialistica; ma questo saggio ha il merito di evitare una piatta descrizione del congegno istituzionale, per privilegiarne gli aspetti più significativi sotto il profilo politico, aprendo rapidi squarci sulla giurisprudenza amministrativa e sul dibattito istituzionale. Aimo, che si è già occupato dei rapporti tra poteri e delle origini della giustizia amministrativa nella storia d’Italia, inquadra il problema nella prospettiva europea, secondo lo spirito della collana, dell’Europa contemporanea”.
Condotta sulla scorta di una vasta bibliografia, la comparazione non viene intesa come fissazione di modelli astratti, ma ne rivela, piuttosto, tutta la complessità. Ciò è vero per il caso inglese, dove l’immagine monolitica della giurisdizione unica lascia spazio a quella di un doppio livello di giustizia, ordinaria per i privati e speciale per l’amministrazione. Le esperienze francese e tedesca dimostrano, invece, come il grado di garantismo sia determinato dalla posizione riservata al giudice del contenzioso: mentre nel primo caso i consigli di prefettura e di Stato sono fin dalle origini interni all’amministrazione, nel sistema tedesco essi appartengono ad un corpo del tutto indipendente, e risultano perciò più attenti alla tutela del privato. L’analisi mette in rilievo, inoltre, il rapporto esistente tra la giustizia amministrativa del sec. XIX ed i tribunali speciali creati dall’assolutismo per risolvere i conflitti tra giustizia regia e signoriale. Viene così ridimensionata, in linea con le recenti acquisizioni della storiografia, l’immagine “rivoluzionaria” dell’ordinamento ottocentesco.
Ma l’obiettivo polemico dell’autore è il sistema italiano. Inizialmente modellato sulla tipologia francese il nostro contenzioso rimase, nonostante l’abolizione dei tribunali amministrativi nel 1865, squilibrato a favore dell’amministrazione. Ispirato a principi di centralizzazione dei poteri, fondato su criteri troppo sofisticati per permettere una chiara divisione delle competenze tra giustizia ordinaria ed amministrativa, la giustizia amministrativa italiana denuncia tuttora la sua grave arretratezza nel contesto europeo.

Carolina Castellano