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Piero Bevilacqua e Gabriella Corona (a cura di) – Ambiente e risorse nel Mezzogiorno contemporaneo – 2000

Piero Bevilacqua e Gabriella Corona (a cura di)
Donzelli, Roma

Anno di pubblicazione: 2000

Raccogliendo questi sedici saggi, materiali di un convegno promosso dall’Istituto di storia economica del Mezzogiorno (Cnr) nel 1999 a Napoli, i curatori offrono una panoramica assai suggestiva dei fermenti che animano la ricerca storico-ambientale anche in Italia. Il contesto è quello, pur assai variegato, del Mezzogiorno insulare e continentale tra la fine del XVIII e gli inizi del XX secolo, ovvero – e da qui scaturiscono suggestioni più ampie – quello della lunga fase di competizione tra forme di produzione a bassissima intensità tecnologica ed orientate al consumo locale e forme di produzione indotte dalla pressione dei mercati sovralocali ad incrementare la produzione tramite l’innovazione tecnologica e, prima ancora, nuove modalità d’uso alle risorse. È proprio in forma di “risorse” che porzioni di ecosistema sono incorporate nei sistemi di produzione e riproduzione, dei beni materiali come dei rapporti sociali o dei significati culturali: “risorsa” è infatti la categoria analitica che accomuna i saggi, peraltro rivelandosi – proprio nel mutare dei contesti naturali, sociali e produttivi – oltremodo densa e nient’affatto semplificante. Non è possibile illustrare le singole ricerche, né i temi e le chiavi di lettura che vi circolano. Ma si deve almeno rimarcare che, facendo perno su un sistema socio-produttivo per lo più rurale – pur nel palese avanzare di quello urbano-industriale -, i contributi si dispongono lungo tre prospettive principali, veri e propri punti focali della ricerca storico-ambientale. La prima, al momento forse la più facilmente percorribile, guarda ai vari modi (attività legislativa ed amministrativa, indagini, interventi infrastrutturali, promozione di attività produttive, ecc.) con cui le istituzioni locali e sovralocali hanno partecipato al controllo, alla gestione e alla valorizzazione delle risorse. La seconda analizza le forme, produttive e sociali, con cui una o più risorse (più spesso quella idrica) sono inserite in una certa economia locale: sia nelle modalità semplici dell’economia della palude o della macerazione della canapa, sia, ad esempio, in quelle ben più sofisticate della pesca marittima o delle attività turistiche. Infine, una terza prospettiva è ravvisabile – anche se non è segnalata come tale dai curatori – nelle indagini sulle modalità di costruzione (ovvero decostruzione, se non, addirittura, distruzione) di una porzione rilevante di territorio: in questo caso l’intervento antropico non solo ha valenze molteplici (geomorfologiche, produttive, climatiche, sociali, ecc.), ma investe congiuntamente risorse diverse (suolo, acqua, aria, vegetazione, ecc.), inducendo una variazione puntuale e massiccia dell’ecosistema locale, talora con esiti imprevisti e sgradevoli. Dal prosciugamento del Fucino alla costruzione dei laghi silani, all’introduzione della pastorizia stanziale in Sardegna, proprio questi interventi paiono riassumere in forme eclatanti portata, densità e implicazioni sempre distintive delle relazione tra società e ambiente.

Simone Neri Serneri