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Piero Cafaro, Guglielmo Scaramellini (a cura di) – Mondo alpino. Identità locali e forme di integrazione nello sviluppo economico (secoli XVIII-XX) – 2003

Piero Cafaro, Guglielmo Scaramellini (a cura di)
Milano, Franco Angeli, pp. 345, euro 30,00

Anno di pubblicazione: 2003

Frutto di un convegno tenutosi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano nel novembre 2001, i sedici contributi riuniti in questo volume confermano la vivacità della ricerca storica sul mondo alpino e l’originalità del dialogo che si è venuto a creare tra la storia economica e la geografia. Pur nella loro eterogeneità tematica ? dalla storia del clima a quella finanziaria, dai resoconti di viaggi all’imprenditorialità degli emigranti, dall’economia dei traffici a quella del turismo ? i saggi testimoniano l’importanza dell’analisi dell’ambiente montano quale luogo la cui identità è strettamente connessa all’elaborazione di equilibri economici, sociali e culturali.
Il volume è suddiviso in tre parti. I tre saggi che compongono la prima sono dedicati ai caratteri dell’evoluzione economica di tre aree alpine distinte. Tra i vari problemi analizzati, emergono, a partire dalla metà dell’Ottocento, i nuovi strumenti volti alla difesa e alla promozione socioeconomica delle aree montane, tipici della modernità ? telefono, illuminazione pubblica, strutture sanitarie ? ma che non di rado sembrano recuperare opzioni tipiche delle economie tradizionali. Come non vedere nell’associazionismo e nelle società di mutuo soccorso una rielaborazione delle forme consuetudinarie di uso collettivo delle risorse?
Nella seconda parte viene dato spazio ai fattori dello sviluppo economico locale e alla progettualità che essi hanno suscitato fin dal Settecento grazie alle inchieste della Società patriottica e che esprime una notevole vitalità tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, allorquando il processo di marginalizzazione economica delle vallate alpine si acuisce. Talvolta, tuttavia, essa si scontra con gli interessi della grande industria (quando in gioco vi è lo sfruttamento delle risorse idriche) o con i traumi della storia politica e con i dissesti finanziari da essi provocati come dimostra il caso delle province orientali dopo la Prima Guerra mondiale.
Tra i temi degli otto contributi che chiudono il volume spicca il ruolo di alcune attività connaturate allo spazio alpino quale quella migratoria, quella legata ai traffici di transito o quella casearia. Solidi nel loro impianto concettuale (anche se non sempre esaustivi dal punto di vista bibliografico) i contributi sull’emigrazione delineano una certa ?fatica’ insita in venti anni di ?difesa’ del modello ?revisionista? il quale troppe volte ha finito col confondersi con una visione ?élitista? dell’emigrazione alpina e che giustifica l’invito a far convivere nella lettura del fenomeno più modelli interpretativi. L’estrema varietà delle situazioni geografiche dello spazio montano e le frammentazioni delle esperienze economiche locali dovrebbero tener conto anche delle strutture e delle gerarchie delle società alpine. È su tale dimensione che il modello ?revisionista? ha ancora davanti a sé un ampio terreno di indagine che Scaramellini individua nelle ricadute dell’emigrazione sulla gestione delle risorse locali, nel ruolo dei vincoli clientelistici e del loro uso nelle strategie di inserimento nei mercati del lavoro ?esterni’ e nei modelli di sviluppo e di modernizzazione delle Alpi.

Luigi Lorenzetti