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Piero Melograni – Toscanini. La vita, le passioni, la musica – 2007

Piero Melograni
Milano, Mondadori, 251 pp., Euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2007

Del direttore d’orchestra forse più «raccontato» in assoluto questa è una biografia esauriente e minuziosa sia sul versante pubblico che su quello privato, che si vale anche di documenti inediti e di una già provata competenza dell’a. nel campo musicale (WAM. La vita e il tempo di Wolfgang Amadeus Mozart, Roma-Bari, Laterza, 2003). Si tratta dunque di un lavoro rigoroso ma nello stesso tempo rivolto a un pubblico largo, del quale si ipotizza uno spiccato interesse per il personaggio e una approssimativa conoscenza del contesto, cui si rimanda con riferimenti costanti di carattere generale.Tuttavia per longevità e per spessore la figura di Toscanini, anche in base a quanto ne racconta Melograni, presenta un particolare interesse sia in rapporto alla storia della cultura musicale, che alla storia tout court. Il maestro imponendo la fedeltà al testo e disciplinando cantanti e pubblico sancisce il rigore dell’esecuzione, ma crea nello stesso tempo la figura del direttore star, dispotico e capriccioso. La sua più incisiva azione di rinnovamento si colloca a cavallo fra i due secoli, ma la fama maggiore è tutta novecentesca, soprattutto dagli anni ’30 in poi, e in crescita esponenziale negli ultimi vent’anni di vita. Contrario allo sperimentalismo musicale, e di gusto sostanzialmente conservatore, è però un cultore entusiasta delle novità tecniche: radio, dischi, televisione. Svolge in sostanza due ruoli diversi, nel primo e nel secondo ‘900, che ne fanno un tramite straordinario, e contraddittorio, fra modi di intendere e fruire la musica colta assai lontani l’uno dall’altro.Sul piano storico generale poi, dalla Grande guerra alla nascita del fascismo, dall’impegno contro i totalitarismi al disorientamento postbellico, Toscanini si presenta come un soggetto decisamente impolitico, i cui unici punti fermi sono l’amor di patria e la difesa energica della libertà, di tutti e del lavoro artistico in primo luogo, da ogni vincolo. Tuttavia, in forza dei tempi e di un carattere a dir poco impulsivo, figurerà come un anomalo intellettuale engagé, indipendente di prestigio di volta in volta per Mussolini nel 1919, per Salvemini negli USA, e infine per la neonata Repubblica italiana. Di origini modeste, rigoroso e instancabile nel lavoro ma al tempo stesso geniale e imprevedibile, trasgressivo nel privato ma insieme di un moralismo ottocentesco, politicamente indefinibile ma chiaramente inattaccabile sia dal denaro che dal potere, Toscanini finisce con l’essere, nella seconda parte della sua vita, il perfetto testimonial, negli USA prima e alla fine anche in patria, di una italianità positiva che attraversa senza bruciarsi le terribili prove del fuoco della prima metà del secolo, un personaggio politicamente assai appetibile ma nello stesso tempo, per la sua intrinseca impoliticità, opportunamente al di sopra delle parti.Spunti storicamente interessanti, questi ed altri, che la biografia offre alla riflessione del lettore, pur senza tematizzarli in maniera esplicita.

Giuseppe Civile