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Pierre Sorlin – Cinema e identità europea. Percorsi nel secondo Novecento – 2001

Pierre Sorlin
Traduzione di Leandra Negro, Milano, La Nuova Italia, pp. 255, euro 24,79

Anno di pubblicazione: 2001

Traduzione del testo pubblicato in lingua inglese nel 1991, il libro risente della lentezza con cui è stato introdotto nel mercato editoriale italiano; i dieci anni trascorsi sono l’ennesimo segno delle mancanze della produzione culturale nazionale nei confronti di ricerche di storia culturale, per quanto Sorlin non si riconosca in questa formulazione. Egli definisce il proprio un lavoro di storia sociale comparativa che, analizzando alcuni film prodotti in Francia, Germania, Inghilterra e Italia, interroga somiglianze e differenze delle tradizioni culturali dei quattro paesi. La domanda centrale riguarda la possibilità di definire l’esistenza di un’identità europea, ed eventualmente le sue caratteristiche. Il metodo utilizzato è quello comparativo: i film, o meglio le immagini filmiche, sono interpretate in relazione tra loro e con il contesto cinematografico e storico. Le fonti filmiche sono ricche e sfuggenti, inserite in un sistema di immagini ?altre? che accresce e complica significati ed interpretazioni. Lo studioso e la studiosa devono quindi effettuare delle scelte precise, che Sorlin realizza considerando i film in quanto immagini vendute sul mercato. Attraverso la nozione di immagine, intesa come strumento che ci permette di osservare il mondo in prospettiva e come un medium comunicativo costruito dalle esperienze dei singoli e della collettività, l’autore cerca di superare l’opposizione tra realtà e rappresentazione. Il ?visibile? di un’epoca, le rappresentazioni messe in scena, ci raccontano le sedimentazioni dell’immaginario (termine che Sorlin non usa) e le modalità con cui sono percepiti i cambiamenti in specifici temporali e spaziali. Nel libro le immagini sono interpretate in relazione con la produzione e il sistema dell’industria cinematografica, l’archivio dei testi filmici e il pubblico. Sorlin si sofferma sul cinema di specifici periodi storici: gli anni trenta e il tema della Grande Guerra; i film sulla Resistenza, concentrati prevalentemente nel ventennio 1950-1960; gli anni di maggiore affluenza cinematografica tra il secondo dopoguerra e il 1960; i film che mettono in scena ambientazioni urbane; il nuovo cinema degli anni sessanta; le scelte degli ultimi decenni del secolo, quando il cinema perde la propria natura di spettacolo ?popolare?. I giovani e le donne emergono invece come figure che illuminano significativamente le trasformazioni di rappresentazioni e mentalità, mentre il cinema hollywoodiano è l’imprescindibile interlocutore del cinema ?europeo?. Sorlin rivela un’ampia cultura cinematografica che rende estremamente interessanti le analisi interne al cinema: tra film diversi, tra immagini e produzione, e le relative ricadute in termini di linguaggio filmico. Rimane invece sospeso l’interrogativo centrale relativo ad una possibile identità culturale europea; l’impressione è che il tema si disperda nella quantità di informazioni e proposte contenute nel libro, che alcune volte rendono vaga la proposta interpretativa.

Enrica Capussotti