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Pietro Clemente, Fabio Dei (a cura di) – Poetiche e politiche del ricordo. Memoria pubblica delle stragi nazifasciste in Toscana – 2005

Pietro Clemente, Fabio Dei (a cura di)
Roma-[Firenze], Carocci-Regione Toscana, pp. 324, euro 25,80

Anno di pubblicazione: 2005

Il volume affronta il tema delle stragi naziste mettendo al centro dell’analisi la memoria e la sua costruzione pubblica e privata attraverso una prospettiva antropologica. Gli autori, un gruppo di antropologi guidati da Pietro Clemente e Fabio Dei, hanno lavorato sul campo a stretto contatto con gli storici, confrontandosi con l’estesa e profonda produzione scientifica sulle stragi toscane. Ne emerge un’interpretazione antropologica che rivisita le memorie antipartigiane, cerca di capire le dinamiche attraverso cui le comunità colpite hanno elaborato il trauma, nel rapporto fra il contesto ?macropolitico? delle narrazioni pubbliche e quello ?micropolitico fatto di pratiche simboliche e discorsive all’interno delle quali la memoria pubblica e il suo significato si producono costantemente? (p. 14). Si tratta di temi importanti non solo per gli storici, che si sono d’altro canto misurati anch’essi in questi ultimi anni sul terreno impervio della memoria, ma anche per gli antropologi, che, come rammenta Dei nell’introduzione, poco si sono cimentati con l’esperienza e la reazione delle comunità alle violenze di guerra. È da sottolineare, a questo proposito, il riferimento a Ernesto De Martino e alla sua categoria di ?perdita della presenza?. In effetti i lavori di De Martino sulle ?apocalissi culturali? potrebbero costituire una fonte di ispirazione e confronto per coloro che studiano comunità colpite da un’estrema violenza.
L’approccio antropologico ci suggerisce ancora altre domande cruciali. Come viene gestita la memoria traumatica? Quale rapporto si instaura tra chi oggi incontra quella memoria come studioso e chi l’ha vissuta e la rievoca? L’esperienza etnografica, che è sempre di condivisione ed è per statuto un’esperienza empatica, viene amplificata e messa in discussione. ?Di fronte a tanto dolore, com’è possibile mantenere la finzione del rapporto etnografico?? (p. 40). Fabio Dei nell’introduzione suggerisce alcune risposte. ?L’incontro etnografico può superare la cattiva alternativa tra distacco oggettivante e acritica empatia? (p. 42). Il transfert emotivo è essenziale per la ricerca, permette di cogliere elementi che portano al di là di schemi consolidati, di penetrare un mondo altro leggendolo nella sua originalità. Pietro Clemente definisce questa esperienza con il concetto di ?scandalo?. La raccolta di storie che escono dai nostri schemi mentali e dalle visioni politiche dominanti è un’esperienza che scuote le nostre verità, che ci propone altre verità, altrettanto legittime.
A partire da questi temi e interrogativi il volume si snoda attraverso una serie di saggi sui singoli casi che prendono in considerazione argomenti specifici: le costruzioni retoriche e narrative, il legame con il territorio, gli oggetti, i personaggi, i riti cerimoniali, le memorie divise, le trasformazioni e le dinamiche dei ricordi e dei conflitti nel passare delle generazioni e nelle relazioni con gli agenti esterni della memoria. Fra questi gli stessi studiosi che in questi anni si sono succeduti nei paesi toscani a raccogliere testimonianze e a produrre storia.

Gabriella Gribaudi