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Primo De Lazzari – Le SS italiane – 2002

Primo De Lazzari
Introduzione di Arrigo Boldrini, Milano, Teti, pp. 230, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2002

Composto di un capitolo introduttivo (pp. 9-42), di un’appendice di testimonianze specialmente coeve e brani tratti da altre ricostruzioni (pp. 45-213) e di una cronologia degli ?avvenimenti chiave del periodo? (pp. 215-20), il libro si configura come un’opera di divulgazione su aspetti della Repubblica sociale italiana in generale e sulla sua dipendenza dalla Germania nazista in particolare.
Più che la storia delle SS italiane ? cui sono dedicate una decina di pagine nel capitolo introduttivo e una parte dell’appendice (fondamentalmente le pp. 81-116) ? a stare a cuore a Primo De Lazzari è la presenza di italiani “germanofili” o “nazistofili”, se così possiamo dire. E sicuramente le SS italiane (da qui probabilmente il titolo del volume) si prestano allo scopo. A partire dalla loro denominazione, innanzitutto, ma anche da quel loro giuramento: ?Davanti a Dio presto questo sacro giuramento: che nella lotta per la mia Patria italiana contro i suoi nemici sarò in maniera assoluta obbediente ad Adolf Hitler, supremo comandante dell’esercito tedesco, e che, quale soldato valoroso, sarò pronto in ogni momento a dare la mia vita per questo giuramento?.
I dati relativi alla loro costituzione dopo l’8 settembre 1943, al loro numero complessivo (circa ventimila uomini), ai comandanti, alle zone di reclutamento, nonché alla loro attività nelle diverse regioni italiane sono tratti tutti da altre opere, in primis da Le SS italiane di Ricciotti Lazzero (Milano, Rizzoli, 1981) che resta ancor oggi insuperato sul piano della ricerca documentaria. Molti nodi dovevano ancora essere sciolti, molti dati ulteriormente appurati, come sosteneva lo stesso Lazzero. Del resto, una storia dei diversi corpi e reparti militari o polizieschi nonché delle strutture politiche e amministrative della Repubblica sociale italiana si presenta complessa per i numerosi problemi legati alla documentazione e specialmente per le difficoltà ad accettare ? su un piano di opinione pubblica generale e talvolta anche storiografica ? una interpretazione della RSI e delle sue componenti diversa sia rispetto a quella trasmessaci dalla “vulgata resistenziale” sia rispetto a quella trasmessaci dalla “vulgata salotina”.
De Lazzari, uomo della Resistenza e ricostruttore di uomini e vicende della Resistenza (da Eugenio Curiel al Fronte della gioventù), si cimenta con il mondo della Repubblica sociale cercando di “comprendere” i cosiddetti ?ragazzi di Salò? senza trascurarne la sudditanza al Terzo Reich. Beninteso in chiave di divulgazione. Il libro di De Lazzari infatti non rappresenta una nuova storia delle SS italiane né aggiunge nuova documentazione per una loro più approfondita ricostruzione. Esso può invece essere letto come il tentativo da parte partigiana di riconoscere l’”altro”, ora non più “nemico assoluto”, e in tale direzione si deve probabilmente collocare la lunga citazione da Leonardo Paggi sulla necessità di un’analisi delle memorie divise della Repubblica italiana e sul loro riconoscimento che non deve tradursi in ?riconciliazione? (pp. 36-7).

Dianella Gagliani