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Raffaella Baritono (a cura di) – Il sentimento delle libertà. La Dichiarazione di Seneca Falls e il dibattito sui diritti delle donne negli Stati Uniti di metà Ottocento – 2002

Raffaella Baritono (a cura di)
Torino, La Rosa Editrice, pp. LXXXIX-30, euro 14,50

Anno di pubblicazione: 2002

Il testo della ?Dichiarazione dei sentimenti?, redatto dalla Convenzione riunitasi a Seneca Falls, nello stato di New York, nel luglio 1848, viene qui pubblicato, insieme al resoconto della convenzione (e di quella successiva di Rochester) con un’ampia e approfondita Introduzione di Raffaella Baritono, una delle migliori americaniste italiane, già autrice di un bel volume su una importante social worker del Novecento (La democrazia vissuta. Individualismo e pluralismo nel pensiero di Mary Parker Follett, Torino, La Rosa, 2001). La Dichiarazione è il secondo testo fondativo della lotta delle donne per i diritti di cittadinanza e il riconoscimento di individualità, modellato, ma riscritto con contenuti specifici, sulla Dichiarazione di Indipendenza del 1776 (la stessa cosa era accaduta con il primo testo, la ?Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina? di Olympe de Gouges del 1791, rispetto alla Dichiarazione del 1789).
Il principale merito dell’Introduzione è quello di intrecciare storia delle donne e storia degli Stati Uniti, nel decisivo passaggio degli anni Venti e Trenta, segnato dalla rivoluzione commerciale e industriale, dai cambiamenti politici dell’età jacksoniana e dal revivalismo religioso. I nessi del nascente movimento delle donne con quest’ultimo, oltre che con l’abolizionismo, sono illustrati con chiarezza ed acume intorno ad un nucleo interpretativo centrale: rompendo la consueta separazione tra sfera pubblica maschile e sfera privata femminile, si ha da un lato un progressivo sfumare dei confini tra le due e dall’altro un duplicarsi su basi di genere della stessa sfera pubblica.
E’ soprattutto basandosi sullo status ambiguo delle donne nella concezione della republican motherhood che Elizabeth Cady Stanton, Lucretia Mott, Catherine e Harriet Beecher Stowe e molte altre, tutte bianche di classe media, riescono a usare l’ideologia della domesticità e delle sfere separate ?come strumento per infrangere la separazione virtuale fra il pubblico e il privato e irrompere nella scena pubblica, mobile, fluida, ed estremamente variegata come quella americana del primo Ottocento? (p. XXX). Baritono indica anche la contraddizione più grave nell’equilibrio tra processi di inclusione e di esclusione (degli indiani e dei neri) che risalivano all’atto di fondazione della nazione ma si radicalizzano dopo il 1848, data non casuale per quei nessi, sui temi della schiavitù e del suffragio, tra storia americana e storia europea che restano ancora tutti da indagare.

Anna Rossi-Doria