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Ralph Tuchtenhagen – Storia dei paesi baltici – 2008

Ralph Tuchtenhagen
Bologna, il Mulino, 147 pp., euro 11,00 (ed. or. München, 2005)

Anno di pubblicazione: 2008

La storia dei paesi baltici non ha avuto, nel nostro paese, pressoché alcuna trattazione. Il volume di Tuchtenhagen viene a colmare in parte questo vuoto, pur non essendo, anche nelle intenzioni dell’a., un’opera dal carattere esaustivo. Va dato comunque credito alla casa editrice che, con la traduzione di questo volume, apparso per la prima volta in Germania nel 2005, ha permesso la pubblicazione di una prima monografia sulle vicende di Estonia, Lettonia e Lituania. Tuchtenhagen, storico dell’area scandinava in età moderna presso l’Università di Amburgo, presenta al lettore una veloce disamina dei principali avvenimenti che hanno caratterizzato la regione baltica dal XII all’inizio del XXI secolo, alla quale vanno ad aggiungersi un rapido excursus sulla preistoria ed una cronologia dei fatti principali. Sono, quindi, le vicende delle terre di Livonia e Lituania ad aprire la narrazione, per poi passare ai secoli dell’età moderna, in cui vengono messe in luce le numerose penetrazioni straniere (teutonica, danese, svedese, polacca) sui territori baltici; ne emerge un quadro scomposto e spesso troppo frettoloso, che non fa comprendere chiaramente come le diverse dominazioni siano anche coesistite. Questa sezione, che analizza brevemente anche le condizioni delle popolazioni sottomesse, facendo emergere una complessità religiosa, linguistica e culturale delle diverse genti baltiche, trova una sua conclusione con l’inizio della dominazione russa (cronologicamente sfalsata da regione a regione). Proprio l’entrata dei territori baltici sotto l’orbita zarista, come si evince dal quarto capitolo dedicato all’800, «lungo secolo della dominazione russa», fa sì che si crei una sorta di omogeneizzazione tra i differenti distretti della regione che, legata all’eredità delle precedenti dominazioni, eleva il Baltico al ruolo di avamposto delle riforme nell’Impero zarista. Momento culminante è l’abolizione della servitù della gleba in Estonia (1816) ed in Livonia (1819), fino all’abrogazione dei privilegi nelle province del Baltico, sancita nel 1889.L’ultimo capitolo del libro, in tutto trenta pagine, è dedicato alle vicende dei paesi Baltici nel corso del XX secolo. La trattazione scorre veloce, condensando, tra l’altro, in un breve par grafo gli anni dell’occupazione sovietica. Maggiore attenzione è data agli anni di inizio secolo, ponendo in evidenza il percorso politico e culturale che i tre paesi hanno compiuto per affermarsi come repubbliche sovrane dopo il primo conflitto mondiale. A questa conquista fa seguito l’affermazione di regimi autoritari di destra e, nel 1944, l’annessione definitiva all’Unione Sovietica, preceduta, allo scoppio della seconda guerra mondiale, da una prima occupazione sovietica (1940), con l’instaurazione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche di Estonia, Lettonia e Lituania, seguita da quella quadriennale del Terzo Reich. Le ultime pagine del volume sono dedicate ad una presentazione sommaria della transizione che, fra gli altri, interessa ancora gli Stati baltici. Nonostante appaia spesso troppo sintetico e frammentario, dedicando talvolta poche pagine a questioni che richiedono un’analisi approfondita, il volume costituisce tuttavia un’introduzione essenziale e di facile comprensione alla storia dei paesi baltici

Matteo Varani