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Regional History as Cultural Identity

Kenneth J. Bindas, Fabrizio Ricciardelli (eds.)
Roma, Viella, 224 pp., € 30,00

Anno di pubblicazione: 2017

Il volume curato da Bindas e Ricciardelli riunisce i contributi presentati in un convegno
tenutosi a Firenze nel luglio 2016.
Articolato in tre sezioni, il libro fa dialogare studiosi di varia estrazione chiamati a
confrontarsi sulle modalità di applicazione di un approccio di storia locale a tematiche
storiografiche su piani plurimi dal punto di vista temporale e geografico, dall’Europa
all’America passando per l’Africa.
L’obiettivo di dimostrare come la storia regionale, realtà in divenire condizionata dai
processi quotidiani della vicenda umana, riesca ad influire sulle identità culturali delle
persone intervenendo sugli aspetti antropologici, politici, linguistici e culturali, appare
ambizioso e sostanzialmente raggiunto, anche se non sempre organicamente espresso nei
vari contributi.
Nella sezione I, i saggi di Caspar Ehlers, Laura Fenelli e Davide Lombardo si muovono
su un arco cronologico che prende avvio dall’età moderna, con il secondo che si
segnala per la sua originalità nell’indagare il ruolo delle icone taumaturgiche nell’età della
Controriforma in una realtà particolare come quella calabrese. Davide Lombardo spiega
invece come la coscienza creola abbia presentato una sfida al concetto di «identità nazionale
», specialmente nel ventesimo secolo, non da ultimo a causa della sua connessione
spesso semisconosciuta con il colonialismo. La sezione II si sofferma sul rapporto tra azione
governativa e definizione delle realtà regionali, dove spicca il saggio di Kenneth Bindas
sul caso di studio relativo a sei città statunitensi organizzatrici tra il 1933 e il 1939 di
eventi tesi a rappresentare il grande passato americano partendo dal microcosmo regionale.
La sezione III approfondisce invece il significato più profondo delle identità regionali
in relazione ai contesti culturali, come nel caso di Timothy Scarnecchia che in un contributo
molto puntuale si sofferma sulle modalità di affermazione delle identità urbane nello
Zimbabwe pre e post indipendenza. Interessante appare poi il saggio di Natalia Piombino
sul ruolo giocato dalla cultura popolare napoletana nel processo di ricostruzione culturale
dell’identità italiana negli anni dopo la seconda guerra mondiale.
A tirar le fila della pubblicazione è una Postfazione del curatore Ricciardelli che si
sofferma ulteriormente su ruolo e potenzialità della storia regionale nella definizione delle
identità a partire dal livello locale, dando particolare spazio alla realtà dell’Unione Europea.
Un tema affascinante che aiuta a comprendere, guardando in prospettiva storica, le
radici di problematiche ben presenti nell’attuale scenario politico della Ue.

Gianluca Scroccu