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Richard N. Gardner – Mission: Italy. Gli anni di piombo raccontati dall’ambasciatore americano a Roma, 1977-1981 – 2004

Richard N. Gardner
Milano, Mondadori, pp. 472, euro 19,00

Anno di pubblicazione: 2004

Le memorie di Gardner, ambasciatore a Roma all’epoca dell’amministrazione Carter, rappresentano una fonte importante per la conoscenza delle relazioni tra Stati Uniti e Italia in un periodo per il quale, con l’eccezione di una quota ancora limitata dei fondi conservati presso la Carter Library, non è ancora disponibile la documentazione archivistica di parte statunitense. Gardner si è basato sui propri appunti, dettati all’epoca con cadenza settimanale, ma anche sulla corrispondenza diplomatica tuttora esclusa dalla consultazione. Ne risulta una ricostruzione accurata del processo di elaborazione e di implementazione della politica italiana dell’amministrazione statunitense, anche se la caratteristica tendenza dei diplomatici a enfatizzare la centralità e il rilievo del proprio ruolo e della propria postazione lascia aperti alcuni interrogativi circa l’effettivo peso attribuito da Carter all’Italia.
Il libro mette in rilievo in modo nitido il carattere e le implicazioni della politica della ?non interferenza e non indifferenza? con cui la nuova amministrazione democratica intese impostare le proprie relazioni con Roma, differenziandosi esplicitamente dalla linea di attiva interferenza praticata con alterne fortune da Kissinger durante le presidenze Nixon e Ford. Al di là dell’errata tendenza di una parte della stampa italiana a considerare questa politica come una ?apertura? all’ingresso del PCI nel governo, si trattava di una indubbia novità rispetto all’attivismo che aveva caratterizzato l’attività dell’ambasciata negli anni precedenti. In questo quadro, dimostrando una maggiore sintonia con il ?falco? Brzezinski che con la ?colomba? Vance, Gardner si sforzò di spostare progressivamente l’accento dal primo al secondo elemento del binomio (la ?non indifferenza?), contribuendo, apparentemente in misura notevole, alla nota dichiarazione del 12 gennaio 1978 con cui, nel vivo delle trattative per la composizione del nuovo governo Andreotti dopo la crisi della formula della ?non sfiducia?, il governo americano auspicò la riduzione dell’influenza del PCI nella politica italiana. È difficile valutare l’impatto della dichiarazione sulla soluzione della crisi; in ogni caso il ruolo degli Stati Uniti nei confronti delle vicende interne all’Italia ne usciva significativamente modificato. Sulle ragioni di questa evoluzione, oltre che le personali propensioni di Gardner, giocarono probabilmente altri fattori: il venir meno dell’interesse americano a non ostacolare l’alleanza PS-PCF nella sua sfida al centrodestra francese (notoriamente poco amato a Washington) nelle elezioni amministrative del 1977; il peso dell’intensa pressione di influenti esponenti repubblicani per un atteggiamento più duro nei confronti dell’eurocomunismo; più in generale, le significative incertezze della politica estera di Carter nei confronti di un processo di distensione sempre più in crisi. Sono nodi ancora da approfondire, sui quali tuttavia il volume offre significativi spunti di riflessione, mentre assai meno utili appaiono le pagine dedicate alla politica italiana, se non come documenti di una scarsa attitudine dell’autore a comprenderne le logiche, le dinamiche e il funzionamento.

Roberto Gualtieri