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Ricostruire. Dalle pratiche di cura all’agire politico: donne del dopoguerra (1946-1955)

Alessandra F. Celi, Simonetta Simonetti
Firenze, Consiglio Regionale della Toscana, 231 pp., s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2018

Il volume è per certi versi un proseguimento di Con il cuore e con la mente. Vite
femminili in Lucchesia tra fascismo e ricostruzione (1920-1947), che le due autrici pubblicarono
nel 2005. Qui, infatti, esse continuano quella ricerca, indagando le scelte che le
donne fecero nell’immediato dopoguerra, individuando i campi d’intervento verso cui
diressero le loro energie e analizzando il loro rapporto con le strutture maschili nelle quali
si trovarono ad agire: il tutto attraverso un vasto e accurato lavoro sul territorio lucchese –
assunto però come un esempio paradigmatico e messo in relazione con la realtà nazionale
– svolto attraverso l’esame di archivi, sia istituzionali sia privati, e la raccolta di interviste
e materiale iconografico.
Dopo la fine della guerra, sono in primis le donne a farsi carico della ricostruzione
morale e materiale: dalla questione dei reduci al problema della casa, agli aiuti alle persone
in difficoltà e all’assistenza all’infanzia, con l’organizzazione di colonie, nidi, asili,
doposcuola e mense, rivelando anche notevoli doti di concretezza che le portarono, per
esempio, a individuare gli edifici adatti a svolgervi attività didattica e, subito dopo, a fare
pressioni sulle autorità perché venissero requisiti per interesse pubblico. Questo, mentre i
partiti, invece, sembravano non andare al cuore delle cose: «[…] incontravamo resistenze
che venivano dai compagni. Gli asili nido, la maternità, erano argomenti che loro ritenevano
di poca importanza. Da lì discussioni a non finire e, naturalmente, ciò significava
arrestare o almeno rallentare il nostro lavoro» (p. 180).
Le cattoliche, presenti soprattutto nella Piana (Lucca e zone limitrofe) – da dove
proviene anche Maria Eletta Martini, che eserciterà un ruolo rilevante nella politica nazionale
e alla quale le aa. dedicano ampio spazio – e le socialiste e le comuniste, la cui
presenza è invece forte lungo la costa dove nel 1946 si trovavano la maggior parte delle
sezioni del Pci, unirono, almeno nei primi anni del dopoguerra, le loro forze per affrontare
insieme tutti questi problemi: un efficiente fronte comune che finì però poco dopo
per cedere, davanti al contesto politico che vide l’esclusione delle sinistre dal governo e il
forte scontro tra maggioranza e opposizione. Alcune di quelle donne, militanti dell’Udi o
del Cif, diventarono consigliere comunali e assessore, occupandosi in genere di settori di
rilevante significato per la vita quotidiana, quali quello dell’assistenza e dell’istruzione; su
queste urgenze si focalizzò anche il lavoro delle prime parlamentari, che diedero avvio alla
complessa opera di riforma delle politiche assistenziali.
Il libro ci restituisce a pieno la loro passione, dedizione, consapevolezza e forza ma
fa emergere anche le contraddizioni e le difficoltà con cui le donne impegnate in politica
dovettero scontrarsi nel primo dopoguerra e negli anni ’50. E forse non solo allora.

Graziella Gaballo