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Roberta De Giorgi – I quieti della terra. Gli stundisti: un movimento evangelico-battista nella Russia del XIX secolo – 2006

Roberta De Giorgi
Torino, Claudiana, 168 pp., euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2006

Lo stundismo è una corrente evangelica nata all’inizio degli anni ’60 dell’800 nella Russia meridionale, l’attuale Ucraina, il cui sviluppo s’intersecò con la penetrazione del protestantesimo tedesco e ricevette impulso da alcuni processi di riforma in atto nel paese. La sua denominazione, di origine controversistica, fu mutuata dal tedesco Stunde ? l’ora consacrata alla preghiera, al canto degli inni e alla lettura delle Scritture ? a segnalare la contiguità con una pratica pietista già diffusa tra i coloni di origine germanica, insediati in alcune province dell’Impero zarista. Il lavoro di De Giorgi è una ricostruzione intelligente, meticolosa e sempre filologicamente fondata della storia del movimento, a partire dalle sue origini fino all’ukaz del 1894, che condannò alla deportazione i dissidenti. L’autrice ha preso in esame un ventaglio di fonti molto ampio: rapporti di polizia e resoconti di processi, relazioni dei diversi gradi ecclesiastici e del missionariato, denunce sottoscritte da fedeli ortodossi, inchieste ministeriali e disposizioni legislative, suppliche ufficiali, corrispondenze private (in particolare, quella inedita tra alcuni stundisti e il noto evangelico russo Vasilij Pa?skov), verbali di conferenze dei dissidenti, testimonianze di osservatori diretti e memorie di populisti. Rievoca con maestria il complesso dibattito sulle origini dello stundismo, che vide affrontarsi, già alla fine del XIX secolo, ipotesi contrastanti e contraddittorie (proselitismo protestante e «germanizzazione» dell’ortodossia; natura autoctona della dissidenza e modernità del razionalismo religioso popolare). De Giorgi assume una posizione intermedia, valutando sia influenze esterne che fattori interni. Può così tracciare la storia di un risveglio spirituale e di un ritorno al cristianesimo autentico, che si tradusse prima nell’adesione al pietismo e nella vita in fratellanza, nella libera interpretazione delle Scritture e negli esercizi di edificazione; poi, con sempre maggiore determinazione, nella negazione pubblica della dottrina e tradizione ortodossa, nel rifiuto dell’ordine ecclesiastico e del formalismo religioso (di particolare interesse le pagine sull’arretratezza culturale e morale del clero russo, e quelle sull’iconoclastia stundista). Con la diffusione del «battesimo delle anime risvegliate», lo stundismo si allontanava in modo irreversibile dalla Chiesa ufficiale, preparandosi a confluire nel battismo di cui ereditò gradualmente sia l’impianto dottrinale (sacerdozio universale, giustificazione per sola fede, centralità della Parola e conferma del battesimo degli adulti) che quello organizzativo (congregazionalista). L’acquisita autonomia religiosa, ma anche gli eventi politici degli anni ’80, porteranno le istituzioni a passare dai primi tentativi di repressione ? ricordati con preciso riferimento agli articoli del Codice che vietavano la libera adunanza o la sepoltura eterodossa, punivano il vilipendio della religione o l’eresia, ecc. ? alla vera e propria persecuzione, ricostruita nell’ultimo fondamentale capitolo, allorché si affermerà l’immagine dello stundista-nichilista e affiorerà persino il tema poetico ortodosso dello «stundista maledetto».

Antonella Salomoni