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Roberta Picardi (a cura di) – Carteggio Croce-Medicus – 2002

Roberta Picardi (a cura di)
Bologna-Napoli, il Mulino-Istituto italiano per gli studi storici, pp. 81, euro

Anno di pubblicazione: 2002

Chi era Fritz Medicus? Nato nel 1876, Privatdozent ad Halle fino al 1911, professore a Zurigo fino al 1946, morto nel 1956, Medicus fu studioso di filosofia, editore di Kant e Fichte, redattore delle ?Kantstudien?; commentatore, ma anche pensatore originale (Menschlichkeit. Die Wahrheit als Erlebnis und Verwirklichung, 1951). A Croce si rivolge come direttore di una collana di manuali di filosofia, nel 1909, e gli propone una Filosofia della storia. Chiunque abbia pratica della filosofia crociana immagina la sua risposta. Basta pensare all’intervento in Senato del maggio 1913 (?ed ecco di che cosa io mi stupisco: che a questo alto punto, a cui è pervenuta la coscienza moderna, ci si faccia la proposta di istituire in Roma, in Roma italiana, una cattedra di filosofia della storia!?) o all’intimazione ad Antoni, che finalmente era stato chiamato a Roma, nel 1946, per quella materia (?la parola Filosofia della storia è screditata per la sua origine teologica e metafisica. Lei si deve subito dar da fare per cangiarla?). Insomma il lettore si aspetta una bella, rassicurante rispostaccia negativa. E invece no: ?quantunque io mi fossi proposto?, scrive sussiegoso Croce, ?di non assumere per ora impegni di altri lavori, l’invito che mi viene da lei è per me così attraente, che, dopo essere stato per qualche tempo assai perplesso [ma sono passati solo quattro giorni dall’invito di Medicus!], mi sono determinato ad accettarlo. Dunque, volentieri farò il manuale di Filosofia della storia: argomento pel quale ho abbastanza studiato e mi riprometto di fare cosa di qualche novità?. E’ questa enigmatica disponibilità crociana il punto più interessante del carteggio. E’ una sorpresa per tutti: per Medicus, che si era affrettato a offrire anche una Etica, pur di averlo collaboratore della sua collana; per gli interpreti recenti, che rilevano pensosi il fatto strano; per la curatrice Picardi, che avanza qualche ipotesi (?prestigio dell’iniziativa editoriale? tedesca, ?esigenza di chiarire dei nodi ancora irrisolti del suo pensiero?, interesse a ?partecipare al dibattito [?] sul metodo delle scienze storiche? in ambito tedesco e confrontandosi col Rickert). Giuste osservazioni, ma l’enigma resta. Sfugge a queste considerazioni il carattere specifico della posizione di Croce, che tra ottobre 1911 e novembre 1912 fa ricerche, butta giù schemi e prova a scrivere un manuale di filosofia della storia (dai Taccuini: 12 ottobre: piano per il libro; 4 dicembre: ripensamento; 18 gennaio: schema forse definitivo; 18 agosto: nuovo ripensamento; 3 settembre: nuovo schema; 27 settembre: nuovo ripensamento, il libro tedesco è impossibile). Conclusione scontata, ma è il tentativo durato un anno che bisognerebbe spiegare: non avrà avuto, l’antiscolastico Croce, la tentazione del ?volume organico?, del testo definitivo e scolastico (una Geschichtsphilosophie, in tedesco!), magari ispirandosi a qualche modello nascosto? Certo è che fallì: ?i risultati a cui sono giunto? scrive a Medicus, che se l’aspettava, ?mi hanno persuaso che un volume di Filosofia della storia non si può fare in niun modo; o almeno non si può fare da me, che nego radicalmente la filosofia della storia?. Fu così che tre anni dopo l’editore Mohr pubblicò un altro libro di Croce, nato sulle rovine di questo fallimento: Teoria e storia della storiografia.

Massimo Mastrogregori