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Roberta Varriale – La Facoltà di Giurisprudenza della Regia Università di Napoli. Un archivio ritrovato (1881-1923) – 2000

Roberta Varriale
Jovene, Napoli

Anno di pubblicazione: 2000

In un panorama di studi sulla storia dell’università in evidente crescita il settore più sguarnito anche a causa della persistente difficoltà di consultazione della maggior parte degli archivi storici degli atenei, spesso strozzati in spazi ormai inadeguati, è quello della componente studentesca. È quindi utile poter disporre delle liste dei laureati in legge e di coloro che conseguirono i diplomi di notaio e di procuratore tra il 1881 e il 1923 a Napoli. I dati sono quasi completi: i registri recentemente reperiti coprono infatti tutto l’arco di tempo considerato ad eccezione degli anni 1887-’94. Essi vengono qui pubblicati in un lungo elenco che costituisce il grosso del volume (pp. 47-480) e che riporta nome e cognome del candidato e dei genitori, anno del diploma, località e provincia di provenienza e infine tipo di diploma e data del relativo conseguimento. Ne ha curato l’edizione Roberta Varriale, ricercatrice presso l’Istituto di storia economica del Mezzogiorno del Cnr e autrice di diversi contributi sulle politiche pubbliche nel campo dell’economia, dell’istruzione e della ricerca scientifica in età contemporanea. Varriale, che sembra trovarsi più a suo agio con le serie di dati che con il quadro storico presentato nella Introduzione, mette una notevole mole di informazioni di base a disposizione degli studiosi che vorranno approfondire questo tema, ad esempio correlando i dati qui presentati con quelli dei censimenti, per dare un quadro più preciso dal punto di vista della provenienza sociale degli studenti, o mettendoli in rapporto con le liste degli iscritti agli ordini professionali. Sono censiti i soli studenti che portarono a termine gli studi e non è dunque qui immediatamente percepibile il dato della mortalità studentesca. È invece possibile individuare immediatamente la provenienza geografica, sintetizzata in opportune tabelle, che ci permette di cogliere un elemento non del tutto ovvio: l’afflusso verso l’ateneo napoletano di numerosi studenti non provenienti dal mezzogiorno continentale. A fronte di 6.694 campani, 1.506 calabresi, 2.018 pugliesi ecc., che comunque non disponevano di sedi alternative vicino al luogo di residenza, ci si può chiedere quali siano i motivi che stanno dietro l’iscrizione dei 337 laziali, dei 310 siciliani, dei 9 umbri e degli altri 293 studenti non provenienti dal Mezzogiorno continentale e in particolare se questo dato non sia da mettere in rapporto anche con la relativa “facilità” degli studi a Napoli documentata dalla celebri pagine di Salvemini e dai dati più di recente portati alla luce. Di un certo interesse sono comunque i dati disaggregati relativi alle provenienze geografiche che consentono di valutare il rapporto centro-periferia e quelli sui voti conseguiti, che sembrano differire in rapporto alle regioni di provenienza e variare, complessivamente, nell’arco di tempo considerato.

Ilaria Porciani