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Roberto Balzani (a cura di) – Da artigiani a imprenditori. La CNA di Forlì-Cesena nella ?grande trasformazione? (1954-2004) – 2004

Roberto Balzani (a cura di)
Cesena, Il Ponte Vecchio, pp. 190, euro 13,00

Anno di pubblicazione: 2004

Il volume si presenta come una ricostruzione assai dettagliata ? grazie all’ampio utilizzo delle fonti dirette conservate presso gli archivi della CNA forlivese-cesenate e nazionale ? delle vicende dell’Associazione provinciale di Forlì-Cesena della Confederazione nazionale dell’artigianato (CNA).
L’importanza della ricerca sta essenzialmente nel fatto che questa aggiunge una tessera all’incompleto mosaico degli studi dedicati all’artigianato: ancora oggi, infatti, gli studi sul settore artigiano sono esigui e non disponiamo di molti riferimenti conoscitivi e analitici.
Il libro ? pubblicato in occasione del cinquantennale dell’Associazione artigiana forlivese-cesenate e composto da tre saggi ordinati cronologicamente, firmati da Stefania Gondolini, Andrea Baravelli e Roberto Balzani ? descrive e analizza le vicende della CNA di Forlì-Cesena dai suoi non facili inizi (la fondazione dell’Associazione provinciale artigiani il 1° ottobre 1945, l’adesione alla CNA nel dicembre 1946, l’uscita dalla CNA decisa il 18 dicembre 1949, la costituzione dell’Associazione dell’artigianato provinciale forlivese aderente alla CNA formalizzata il 15 giugno 1954) fino alla segreteria di Tiziano Alessandrini (eletto nel 1989 dal decimo congresso provinciale). La narrazione si concentra principalmente sul gruppo dirigente, sugli aspetti organizzativi e rivendicativi e su quelli legati al dibattito circa la natura e l’identità dell’Associazione (particolarmente interessanti le pagine dedicate alla svolta del 1989 e al ?gruppo? CNA).
Quello che resta fuori dal volume, ed è un peccato, è proprio la ?grande trasformazione?. Per chi non conosce da vicino la realtà romagnola (e emiliana) ? ed io sono fra quelli ? è difficile, leggendo il libro, comprendere fino in fondo i motivi di certe scelte organizzative e rivendicative decise dalla CNA di Forlì-Cesena. Questo perché nella narrazione è assente la descrizione e l’analisi dei protagonisti, ovvero proprio di quegli artigiani che, nel corso del secondo dopoguerra, si sono progressivamente inventati un nuovo ruolo da imprenditori. Quello che è assente è proprio (mi si consenta il termine) la ?bottega?: manca, in sostanza, il racconto e l’analisi di quei complessi processi sociali (ed economici) che hanno prodotto la trasformazione del luogo e delle caratteristiche del lavoro artigiano. Fra l’immediato dopoguerra e gli anni Novanta, infatti, la ?bottega? si è trasformata da casa-officina a piccola fabbrica, dove il processo produttivo si basava sull’autosfruttamento e sul lavoro familiare fino ad assumere i caratteri di un’impresa, molto spesso ad alto contenuto di innovazione sia organizzativa che produttiva.

Federico Paolini