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Roberto Morozzo della Rocca (a cura di) – Oscar Romero. Un vescovo centroamericano tra guerra fredda e rivoluzione – 2003

Roberto Morozzo della Rocca (a cura di)
Milano, San Paolo, pp. 296, euro 17,50

Anno di pubblicazione: 2003

Nonostante l’ampia letteratura esistente su Oscar Arnulfo Romero, la sua vita e le sue scelte sono difficilmente giudicabili in base alle categorie che l’America centrale e lo stesso Salvador hanno finora evocato nell’immaginario della militanza civile europea. Il curatore del volume, autore di libri su conflitti etnici e storia religiosa, ha inteso proporre una visione dell’arcivescovo salvadoregno diversa da quella cui rimanda la maggior parte della pubblicistica sul personaggio, raccogliendo scritti di diverso tenore e portata, in modo da evidenziare Romero nella cultura religiosa e nella situazione politica del tempo, al di fuori del dilemma santificazione/condanna.
Il libro è diviso in tre parti. La prima parte, la più originale, illustra l’uomo, la sua cultura, gli anni romani della sua formazione, le sue letture più ricorrenti; il rapporto di grande devozione nei confronti di papa Paolo VI, quello più breve con papa Giovanni Paolo II; il ruolo di predicatore, poi di defensor pauperum assunto con l’incarico di arcivescovo nel 1977, mentre il Salvador precipitava nella guerra civile e si scatenava la feroce repressione contro il popolo e la Chiesa. La seconda parte descrive il contesto del Salvador degli anni Settanta, un paese schiacciato dalle esigenze statunitensi di controllo della zona durante la guerra fredda, caratterizzato dallo strapotere economico di un’oligarchia plurisecolare e dall’immaturità di una classe politica abituata all’intervento dei militari; inoltre, la nascita della Democrazia Cristiana in un quadro di radicalizzazione della lotta politica, il ruolo della Chiesa cattolica nella conflittualità politica e sociale del periodo, quando la lotta armata trovava l’appoggio anche dei settori religiosi più progressisti; infine, la crisi economica che accentuò povertà ed esclusione. La terza parte si sofferma sull’immagine passata e attuale di Romero dentro e fuori l’America latina, con un saggio finale che illustra il personaggio tra mito e storia.
I contributi risaltano il tentativo di Romero di fare non una predicazione politica, ma, come lui stesso disse, ?una predicazione evangelica che vuole illuminare la politica? (p. 104). È evidenziato il fatto che Romero, negli ultimi mesi di vita, fosse criticato dai settori progressisti della Chiesa salvadoregna per aver appoggiato la giunta di governo insediatasi dopo il golpe dell’ottobre 1979, con civili e militari riformisti, e come in realtà mirasse non a sostenere qualche progetto politico, ma ad evitare ad ogni costo la guerra civile, fino al suo assassinio, avvenuto il 24 marzo 1980, mentre celebrava l’eucarestia.
Dall’insieme dei contributi, alcuni dei quali superflui, con testimonianze fuori contesto, emerge la figura di Romero vescovo intransigente, né conservatore, né teologo della liberazione, ma calato nella realtà circostante, preoccupato che la politica non sovrastasse la religione, un uomo che scelse la difesa dei deboli che la Chiesa postconciliare richiedeva, pur tra dubbi e paure. Il libro in definitiva contribuisce a sgombrare il campo dalle strumentalizzazioni subite dal personaggio.

Luigi Guarnieri Calò Carducci