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Roberto Pertici – Chiesa e Stato in Italia. Dalla Grande guerra al nuovo Concordato (1914-1984). Dibattiti storici in Parlamento – 2009

Roberto Pertici
Bologna, il Mulino, 891 pp., euro 55,00

Anno di pubblicazione: 2009

Promosso dal Senato della Repubblica, in occasione degli ottanta anni dalla firma dei Patti lateranensi, l’opera contiene un’ampia documentazione (pp. 597-868) relativa alle discussioni tenute in Parlamento in occasione della loro ratifica, al confronto che seguì nell’Assemblea Costituente e, infine, al processo di revisione del Concordato dal 1965 al 1984 (un cd-rom allegato al volume offre una più vasta selezione di testi tratti dagli atti parlamentari ed ulteriori materiali a corredo del dibattito svolto nelle assemblee legislative). Va chiarito subito, peraltro, che lo studio di Pertici non è un’introduzione ai testi presentati, ma un lavoro che, tenendo conto di una vasta storiografia, ripercorre con un proprio profilo interpretativo il dibattito sui rapporti tra Stato e Chiesa in Italia durante il «secolo breve».Partendo dalla svolta della prima guerra mondiale e dalla trattativa parigina tra Orlando e mons. Cerretti del 1919, il volume cresce nei capitoli che ripercorrono il cammino della Conciliazione e la «pace armata» che seguì gli accordi del 1929, così come il dibattito sul Concordato tra la caduta del regime fascista e la nascita della Repubblica. L’opera di Pertici si conclude nell’intenso capitolo finale che ci guida alla comprensione del percorso che, attraverso la grande trasformazione del paese, condusse dagli anni di «congelamento» del Concordato, sulla base della particolare idea di laicità scaturita dai principi costituzionali in materia religiosa, fino alla sua revisione compiuta nell’accordo di Villa Madama del 18 febbraio 1984 tra la Repubblica italiana e la Santa Sede. Ed è proprio nel dar conto della strada verso il «pluralismo confessionale» che si fa più esplicito il tratto caratteristico dell’intera ricostruzione dell’a.: il nesso che egli sempre tiene in primo piano tra l’evoluzione sociale e politica dell’opinione pubblica e le iniziative dei gruppi dirigenti vaticani e italiani che, nel corso del tempo, hanno delineato i rapporti tra la Chiesa e lo Stato sul piano diplomatico e giuridico.Con questa prospettiva, lo studio, all’interno di un complessivo canone interpretativo di continuità/discontinuità, non manca di fare risaltare passaggi nevralgici della storia contemporanea del nostro paese. Sia consentito, scegliendo tra questi, sottolineare le chiarificatrici pagine in cui, sulla scia dei noti studi di Francesco Margiotta Broglio e dei più recenti apporti di ricerca di Mario Casella, l’a. sottolinea come la soluzione della questione romana e la regolamentazione pattizia del Concordato non possano considerarsi «strictu sensu fasciste»; esse furono piuttosto occasione di un latente duello tra Santa Sede e regime per arginare le spinte più aggressive del totalitarismo (pp. 149-153). Del resto, anche queste riflessioni sono opportunamente collocate all’interno di «premesse e valutazioni di lunga data» (p. 100) sui rapporti tra Stato e Chiesa, che affondano le radici nel dibattito dell’età liberale, ancora spesso considerato semplice «prologo» delle vicende novecentesche.

Andrea Ciampani