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Roberto Romano – Fabbriche, operai, ingegneri. Studi di storia del lavoro in Italia fra ‘800 e ‘900 – 2001

Roberto Romano
Milano, Franco Angeli, pp. 240, euro 16,52

Anno di pubblicazione: 2001

I saggi che compongono questo volume tracciano un percorso coerente che ripropone con autorevolezza ? pur se implicitamente ? una serie di questioni anche metodologiche e teoriche. L’autore si serve prevalentemente di fonti dirette, periferiche e centrali, provenienti dagli archivi di stato, dagli archivi delle camere di commercio e da archivi e carte d’impresa. Ma le carte degli archivi aziendali sono qui fatte reagire con le altre fonti, in qualche caso con testimonianze orali e quindi contribuiscono a ricostruire la storia del ruolo delle strategie imprenditoriali nelle comunità dove esse hanno agito. La prima sezione ripercorre sinteticamente i problemi dell’industrializzazione in Lombardia con le sue differenze locali, in dialogo diretto con storici quali Paul Corner, Andreina De Clementi, Franco Della Peruta ? per non fare che alcuni nomi ? disegnando un quadro convincente quanto variegato in cui comportamenti tradizionali ? ad esempio, lo scarso uso degli scambi monetari da parte degli operai ? assumono nuove funzioni quando sono reintrodotti artificialmente dagli imprenditori. Di particolare interesse sono le sezioni dedicate alle ?conseguenze del lavoro in fabbrica? e a ?spacci e cooperative? in cui l’autore disegna il complesso di iniziative oscillanti contraddittoriamente fra paternalismo tradizionale, promozione del self-help in funzione antisocialista, truck-system, costruzione da parte imprenditoriale di una sorta di autosufficienza della comunità aziendale anche se poi sono pochi gli imprenditori che, come Alessandro Rossi, giunsero a teorizzarla compiutamente. Si delinea così un quadro che coinvolge la vita quotidiana di migliaia di lavoratori, e comprende l’aspirazione a selezionare un tipo umano adatto ad integrarsi nei ritmi del lavoro industriale e la preoccupazione costante per la riduzione al limite del possibile del salario monetario. Il lettore è così meglio attrezzato a comprendere anche l’altra faccia, soggettiva, di questi processi, a spiegare la compresenza di forme di consenso e di conflitto, di collaborazione e resistenza che necessariamente coabitavano, in situazioni di lavoro in cui la fabbrica popolata da operai integralmente proletarizzati e urbanizzati era ancora fortemente minoritaria.
Nell’ultimo saggio sulla ?organizzazione delle imprese? Romano studia il farsi concreto dei rapporti fra tecnici, direttori, proprietari, azionisti in rapporti di forza che nascevano ? almeno nei casi qui studiati ? prevalentemente dai ruoli rispettivi nella gerarchia di fabbrica e di lì investivano le strategie individuali e familiari di mobilità sociale, senza lasciare troppo spazio all’autorappresentazione di tali gruppi sociali. Insomma, questo volume ? secondo la formula adottata dall’autore ? contribuisce ad attribuire alla ?storia del lavoro? la capacità e l’ambizione di disegnare aspetti fondamentali della storia dei rapporti fra ?uomini e ceti?.

Maria Grazia Meriggi