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Rossella De Ceglie – Il carteggio Scacchi e le scienze della terra in Italia – 2003

Rossella De Ceglie
Lecce, Pensa multimedia, pp. 164, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2003

Professore a Napoli per oltre cinquant’anni, mineralogista infaticabile noto anche ai più illustri colleghi stranieri, Arcangelo Scacchi (1810-1893) rappresenta ? nonostante i contributi di insigni storici della scienza ? una figura ancora poco nota. Successore dell’amico Pilla alla cattedra della Grande Università (1842), la sua fama di zelante scientifique fu offuscata sia dalla fedeltà a metodi e dottrine soppiantate dal darwinismo e dalla scoperta dei raggi X; sia soprattutto dalla tiepida adesione al movimento liberale (p. 29) che lo distinse rispetto a tanti colleghi e coetanei partenopei.
Eppure la sua figura e attività furono tra le più significative per la scienza napoletana di età borbonica; e di lui doveva ricordarsi anche l’élite del nuovo Stato, che lo volle rettore dell’Università di Napoli e che nel 1872 gli offrì, senza successo, la nuova cattedra mineralogica di Roma.
L’Introduzione e le lettere pubblicate da De Ceglie ? autrice di numerosi studi sulla scienza meridionale dell’epoca ? restituiscono la statura intellettuale del personaggio, recuperando un’altra pagina della vita scientifica napoletana del XIX secolo.
Dalle circa 60 lettere qui raccolte si viene a sapere, tra l’altro, che i professori del Muséum di Parigi apprezzarono i cataloghi descrittivi del professore napoletano (Valenciennes, p. 58); che Scacchi fu guida e poi corrispondente di egregi scienziati in visita alle pendici del Vesuvio (i berlinesi Rose, Mitscherlich, Philippi; l’americano Dana; addirittura il giapponese Toyokitsi); che le sue memorie sui terreni vulcanici erano citate da Lyell e da altri specialisti della London Geological Society (p. 78); che fu ascoltato interlocutore di quanti lavoravano alle carte geologiche nazionali (Senarmont, p. 84; Dumont, p. 92); e che il ?suo’ Gabinetto mineralogico fu meta di giovani studiosi raccomandati dai presidenti delle accademie più prestigiose (Dana, p. 90; Sartorius, p. 91).
Amico e collaboratore di Pilla, Melloni e Parlatore, Scacchi condivise con loro i momenti difficili dell’inserimento nelle nuove università (Scacchi a Parlatore, pp. 63-64). Fu aggregato all’Accademia delle scienze di Torino, e a lungo corrispondente di Corridi. Dopo l’Unità ebbe il compito, nell’ambito della preparazione della riforma universitaria, di segnalare le particolari esigenze dell’Ateneo napoletano e dell’Osservatorio vesuviano (Palmieri, p. 167). Ricoprì a lungo, inoltre, la carica di presidente della Società dei XL, e si adoperò con Capellini per la promozione del giovane darwiniano Salvatore Trinchese (pp. 111-113). Ancora nel 1889 Capellini, debitore di tante collezioni donate da Scacchi ai musei bolognesi, si augurava che la scienza nazionale potesse giovarsi ?per lunghi anni ancora? del magistero del professore napoletano (p. 132).
Gli epistolari si sono rivelati da tempo fonti preziose per lo studio delle comunità scientifiche. In questo caso, una pur esigua selezione ha fatto emergere le proporzioni ?reali’ del ruolo e del successo di uno scienziato scarsamente conosciuto e poco citato a causa di un’equivoca sovrapposizione tra la storia del movimento liberale e dell’unificazione nazionale e la storia, spesso molto diversa, della scienza e dell’università dell’Ottocento.

Maria Pia Casalena