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Sabino Cassese (a cura di) – Il diritto pubblico nella seconda metà del XX secolo – 2001

Sabino Cassese (a cura di)
?Rivista trimestrale di diritto pubblico?, n. 4, Milano, Giuffré, pp. 1013-1644,

Anno di pubblicazione: 2001

Prendendo spunto dal cinquantenario della ?Trimestrale? il direttore Cassese presenta con questi saggi un bilancio delle vicende del diritto pubblico italiano nel mezzo secolo scorso. È un’iniziativa in linea con lo stile della prestigiosa rivista, una delle poche sedi di riflessione giuridica che almeno a partire dagli anni ’70 (lo ricorda qui anche Rugge) abbiano ritenuto la considerazione dinamica delle istituzioni premessa per una riflessione libera e creativa da parte del giurista. Inoltre, il ?diritto pubblico? preso in considerazione si articola, secondo un andamento realistico caro alla rivista, secondo direttive plurali, che del diritto costituzionale e di quello amministrativo rintracciano fonti, protagonisti e contesti. Si hanno così saggi sulla legislazione, costituzionale e ordinaria (Dogliani e Melis), sugli andamenti della scienza amministrativistica e costituzionalistica come fenomeno complessivo (Torchia e Lanchester), sugli studi condotti in concreto nelle due discipline (D’Alberti e Ridola), sui profili dei loro cultori (Soddu, Giannetto e Tosatti), sui rispettivi concorsi universitari (Fois), sulle architetture dei manuali (Rimoli, Vesperini), sulla giurisprudenza in materia costituzionale e amministrativa (Cerri e Sandulli), sulle riviste indirizzate alla dottrina e alla pratica (Gaetano D’Auria e Gustapane), per finire con una rassegna complessiva sulla comparativistica (Vandelli) e con l’analisi del ruolo della storia nella ?Trimestrale? (Rugge).
Il quadro, mosso e variegato come in tutti gli studi polifonici, consente tuttavia di rintracciare una periodizzazione unitaria. Come in tanti altri settori della società italiana, turning point decisivo appaiono gli anni settanta, in cui per effetto cumulativo di una serie di fattori ? le riforme legislative e amministrative rivolte all’attuazione della Costituzione, l’affermazione in qualità di capo-scuola di una nuova generazione di studiosi e il loro diretto coinvolgimento nella stessa strutturazione di quelle riforme, la rilevanza tra i pubblici poteri della giurisprudenza costituzionale ? si attua il definitivo sdoganamento degli istituti e delle categorie interpretative ereditati dallo Statuto, dove il formalismo del metodo si alleava al culto dello Stato-persona. Tuttavia il grande rinnovamento metodologico e istituzionale compiuto in quegli anni sembra essersi immediatamente ripiegato su stesso, imboccando nei decenni seguenti la strada della parcellizzazione e della frammentarietà. Alla vicenda nota per quanto riguarda le riforme istituzionali questo volume affianca una disamina altrettanto lucida degli arretramenti compiuti dagli indirizzi scientifici, in cui di fronte alla complessità e alla disorganicità del reale si è reagito concentrandosi sul particolare, ?con molti commenti, e poca teoria?. A conferma, la ?Trimestrale? ha spesso ribadito, di quanto storia e sistematica siano necessarie a una scienza del diritto pubblico che abbia intenzione di perseguire la sua irrinunciabile vocazione civile.

Francesca Sofia