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Sabrina Fieni – Giuseppe Lazzati. Un laico fedele – 2010

Sabrina Fieni
Milano, FrancoAngeli, 286 pp., Euro 29,00

Anno di pubblicazione: 2010

Non si ferma l’interesse per un protagonista della storia del cattolicesimo italiano novecentesco come Giuseppe Lazzati, padre costituente, studioso di letteratura cristiana antica, uomo di molti incarichi e servizi nell’associazionismo laicale, rettore della Cattolica per quindici anni a cavallo della difficile stagione della contestazione. E soprattutto intellettuale cristiano che aveva a lungo riflettuto sulla laicità del vivere da credenti nella storia, e quindi su un approccio cristiano alla cultura e alla politica che rispettasse profondamente le dinamiche interiori di questi ambiti dell’esistenza umana, pur rileggendole sempre alla luce della fede. Abbiamo già un’estesa bibliografia sulla sua esperienza, comprensiva della pubblicazione di molti documenti in una collana di volumetti («Dossier Lazzati»), oltre che di una cospicua biografia scientifica, pubblicata qualche anno fa da Marcello Malpensa e Alessandro Parola. Il recente centenario della nascita (avvenuta nel 1909), ha stimolato una nuova stagione di dibattiti, interventi e studi. In questa temperie si colloca anche il volume di Sabrina Fieni, che è comunque tutt’altro che occasionale, dato che esprime i frutti di un lavoro pluriennale, iniziato con una tesi di laurea dell’a. e poi continuato con la tesi di dottorato.Intenzione dichiarata del libro non è quella di aggiungere qualche conoscenza sul piano biografico ma piuttosto riflettere sulla formazione, la progressiva definizione e l’espressione matura del pensiero di Lazzati attorno al problema – per usare il linguaggio del protagonista – dell’«impegno secolare», della missione del laico cristiano nel «mondo». Spicca correttamente il tentativo di connettere in ogni passaggio l’aspetto teologico e l’aspetto storico-politico dell’analisi. Ne emerge quindi una riflessione attenta sul metodo lazzatiano, condensato nell’espressione da lui resa quasi canonica: «distinguere per unire». L’indagine è condotta dall’interno del suo itinerario esistenziale, individuando alcuni nessi, piuttosto consueti (il legame con figure come don Pozzoni, don Ubaldi, Schuster e Montini), ma senza un tentativo di contestualizzazione dettagliata. La ricostruzione è segnata da un dichiarato atteggiamento simpatetico, che considera la personalità studiata un punto di riferimento anche per l’attualità.L’analitica riconsiderazione di molti documenti, passaggi degli scritti di Lazzati e giudizi degli studiosi, rende il libro piuttosto descrittivo, senza originalità particolarmente spiccate per chi già conosca la letteratura esistente, ma con un certo rigore nella ricapitolazione degli snodi importanti: qualità che rende il testo utilizzabile anche per un primo approccio alla figura dell’intellettuale milanese.

Guido Formigoni