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Salvarsi. Gli ebrei in Italia sfuggiti alla Shoah. 1943-1945

Liliana Picciotto
Torino, Einaudi, 566 pp., € 38,00

Anno di pubblicazione: 2017

Il volume pubblica la ricerca Memoria della salvezza, durata oltre un decennio, promossa
dal Centro di Documentazione ebraica contemporanea di Milano e curata da Liliana
Picciotto, già autrice del Libro della memoria. Gli ebrei deportati dall’Italia 1943-1945
(Mursia, 1991, II ed. 2005). Dopo aver ricostruito modalità e nomi dei deportati per
motivi razziali, in questa seconda fase della ricerca l’a. si dedica a analizzare un altro fondamentale
aspetto: dopo l’8 settembre 1943, allorché prese avvio l’attuazione del piano di
«Soluzione finale» condotto dall’occupante nazista con la collaborazione della Repubblica
sociale, su circa 39.000 ebrei italiani e stranieri che si trovavano nella penisola, l’80 per
cento riuscì a sfuggire agli arresti. Al riguardo, obiettivo di questo lavoro è stato quello
di seguire le vicissitudini di circa 10.000 persone, per poter comprendere i percorsi che li
portarono a salvarsi. Il lavoro si basa sull’incrocio di un numero assai ampio di memorie
e interviste, fra le quali quelle raccolte direttamente dal Cdec, quelle conservate presso
lo Usc Shoah Foundation Insitute e le istruttorie per il riconoscimento di «Giusto fra le
nazioni» condotte dallo Yad Vashem di Gerusalemme.
Proprio sull’azione, dunque, sul verbo salvarsi – scelto anche come titolo del volume
– si insiste in questo volume, per sottolineare che la scelta lessicale indica innanzitutto
un’opzione metodologica. In questo lavoro si predilige, infatti, il termine «soccorritore»
a quello di «salvatore», ma soprattutto si mette al centro l’azione del «salvarsi», indicando
così un’attività che richiede la partecipazione attiva di chi la compie e comprende anche
l’aiuto di vari attori. Come rileva l’a. «la spiegazione delle migliaia di ebrei salvatisi sta
nelle infinite modalità che ognuno di loro ha saputo mettere in campo per evitare l’arresto
e la deportazione e trovare la propria sopravvivenza» (p. 10).
Il volume è diviso in tre parti: nella prima viene illustrata la metodologia utilizzata per
portare avanti l’indagine; nella sezione intitolata La storia, vengono tracciati il contesto e
le questioni storiografiche sottese al tema del salvataggio degli ebrei; nella terza (I numeri)
è proposta, attraverso dati statistici, una tipologia di chi ha offerto aiuto (organizzazioni
collettive, quali la Chiesa cattolica e quella protestante, la Delasem, la Resistenza nelle sue
varie anime, ma anche medici, diplomatici, semplici cittadini); infine, nella quarta parte
(Le persone), sono descritti 23 episodi di aiuto e 25 episodi di «autosalvezza».
Si tratta, in sintesi, di un lavoro impressionante per mole di dati e di vicende ricostruite,
che si distingue per essere uno dei contributi di maggior rilievo della storiografia
recente sul tema. Questo volume offre infatti un quadro informativo e interpretativo
imprescindibile sul caso italiano, che sollecita molte nuove piste di ricerca per chi voglia
avviare studi sulle reazioni della società italiana di fronte alla Shoah, nonché sui meccanismi
che portarono agli arresti e deportazioni degli ebrei dalla penisola.

Valeria Galimi