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Salvatore Adorno – La produzione di uno spazio urbano. Siracusa tra Ottocento e Novecento – 2004

Salvatore Adorno
Venezia, Marsilio, pp. 358, euro 30,00

Anno di pubblicazione: 2004

Una bella ricerca di storia urbana, questa di Adorno; o, meglio, una bella ricerca a tutto campo su Siracusa in età liberale condotta dall’ottica particolare dell’uso dello spazio. Uno spazio che, se è per definizione risorsa limitata in ogni contesto urbano, lo è tanto di più ? e dunque tanto più al centro di conflitti ? nel caso di Siracusa, città insulare alla cui espansione le attività portuali e le imponenti fortificazioni di età moderna sottraevano ampie superfici.
Il volume, dotato di un ricco apparato iconografico, si articola in quattro parti. Nella prima è ricostruito il dibattito politico e tecnico degli anni ’80 su due questioni cruciali relative alla disponibilità e alla destinazione degli spazi: l’abbattimento delle mura, oggetto di complessi rapporti tra centro e periferia, e il tormentato iter del piano regolatore, terreno di scontro tra ipotesi di sviluppo della città, soluzioni tecniche, interessi economici, opportunità politiche. Nella seconda parte, dedicata al porto, la cronologia si amplia: il discorso risale agli interventi borbonici, sollecitati da una borghesia incerta se privilegiare ?le ragioni del decoro?, cioè la ?marina? come luogo di socialità, o quelle ?dell’infrastrutturazione commerciale? (p. 76), per poi seguire progetti e lavori dei decenni postunitari, scanditi dalle discussioni sulla destinazione dei nuovi spazi e sulle vocazioni della città, fino agli anni della guerra di Libia, quando la riscoperta dell’identità classica della città sembrò potersi saldare con le prospettive affaristico-militari della nuova fase coloniale. Oggetto della terza parte è l’espansione tra anni ’80 e primo dopoguerra lungo tre direttrici: le due borgate di Santa Lucia e Sant’Antonio sulla terraferma e gli ampi spazi recuperati nell’area dell’istmo con l’interramento di due dei tre canali che lo attraversavano. La quarta consiste in un breve capitolo sulle reti di distribuzione di acqua e luce, tema collegato ma eccentrico rispetto all’asse narrativo, che, a giudicare dagli spunti sull’ambiguità dei processi di modernizzazione urbana, meriterebbe una trattazione più ampia.
Esemplare è la ricostruzione del caso della borgata Santa Lucia, trasformata in quartiere residenziale a partire da una lottizzazione avviata alla metà degli anni ’80 dall’avvocato Luigi Leone, ?idealtipo del notabile socialista?, che, seguendo un progetto impastato di ideali di giustizia sociale e paternalismo notabilare, ?cercò di dare al suo patrimonio un’utilità sociale, convertendo la rendita agricola, basata sullo sfruttamento ???, nella rendita edile, basata sull’offerta di case a basso prezzo per i lavoratori? (p. 173); e questo attraverso l’uso dell’enfiteusi, espressione di ?una capacità di adeguare vecchi strumenti contrattuali agrari a nuove realtà urbane (p. 303). Ricostruita in ogni passaggio, con un’ampia documentazione e una strumentazione analitica raffinata, la trasformazione della borgata, in cui le lottizzazioni proseguirono fino al dopoguerra, si offre come chiave di lettura dell’intera vicenda urbanistica di Siracusa, permettendo di cogliere ?sia la complessità dei processi di mobilità sociale che le proiezioni ideologiche e culturali che muovono le trasformazioni del territorio? (p. 297).

Alfio Signorelli