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Sandra Puccini – Andare lontano. Viaggi ed etnografia nel secondo Ottocento – 1999

Sandra Puccini
Carocci, Roma

Anno di pubblicazione: 1999

Docente d’Antropologia culturale interessata alla storia delle teorie antropologiche, Puccini s’è più volte occupata di viaggio ed esplorazione nel secondo Ottocento italiano, con Il corpo, la mente e le passioni del 1998 e con articoli sulle prime etnografie ottocentesche. Qui riprende alcuni interventi, rinnovandoli in un più ampio ed aggiornato quadro.
Protagonisti sono alcuni dei numerosi viaggiatori-naturalisti italiani che dopo l’Unità s’avventurarono in lunghi viaggi, mossi, come sottolinea l’a., “anche dall’interesse per la vita dei popoli”. Attraverso le narrazioni di queste esperienze Puccini è entrata nel groviglio di motivi personali, culturali e materiali all’origine di questi viaggi. Nella soggettività di questi viaggiatori-scrittori l’a. riesce ad intravedere il mobile clima dell’epoca, ma anche il graduale emergere di nuove sensibilità e pratiche nel rapporto tra l’Occidente ed i popoli “altri”, che sarebbero poi state costitutive della moderna ricerca etno-antropologica.
Il libro è diviso in tre parti. Nella prima è messo in luce l’investimento soggettivo ed esistenziale di cui era fatto oggetto l’andare lontano, in un periodo in cui l’esaltazione della mobilità era uno degli elementi attraverso i quali si costruiva la nuova identità nazionale. Per una prospettiva fortemente definita dalle teorie evoluzionistiche prevaleva l’aspetto quantitativo ed oggettivante del viaggio etnografico, in un ritorno alle origini della storia e delle società umane, dove lo sguardo era stabilmente rivolto a colmare le lacune della storia occidentale, più che a rendere visibile quella degli altri. Un mescolarsi d’aspirazione al fantastico e ricerca della scientificità che porta l’a. a definire ibridi questi autori. La seconda parte è dedicata agli “Akka del Miani”, due giovani pigmei, eredità e vero “reperto etnografico”, che vissero e furono studiati in Italia tra 1872 e 1883. È l’occasione per cogliere le dinamiche interne al dibattito scientifico positivista e vedere all’opera i temi forti che lo animavano: monogenetismo, poligenetismo, fisiognomica, definizione della mentalità dei popoli.
La terza parte segue le storie di alcuni viaggiatori partiti tra il 1865 ed il 1894: Hillyer Giglioli, Beccari, D’Albertis, Modigliani, Mantegazza e Boggiani. Districandosi tra strategie narrative, modelli di genere, moduli stilistici Puccini evidenzia il vissuto personale degli autori, da cui uscirono i diversi modi di concepire e realizzare il rapporto con l’altro. Così, nell’ultimo capitolo, appare illuminante premessa di sviluppi futuri il confronto tra l’approccio al viaggio ed all’altro del positivista Mantegazza, in cui si riflette un riduzionismo biologico-razziale e quello di Boggiani, la cui esperienza di pittore lo indusse ad un approccio meditato e partecipante, per molti versi precursore dell’antropologia contemporanea.

Emmanuel Betta