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Sandra Teroni (a cura di) – Per la difesa della cultura. Scrittori a Parigi nel 1935 – 2002

Sandra Teroni (a cura di)
Roma, Carocci, pp. XXII-223, euro 18,60

Anno di pubblicazione: 2002

Il libro raccoglie gli atti del convegno ?Parigi 1935. Scrittori a congresso in difesa della cultura?, tenutosi a Cagliari nel novembre 2000 nell’ambito di una ricerca avviata da un gruppo di studiose di letteratura francese e tedesca coordinato da Sandra Testoni, con la duplice finalità di acquisire, da archivi e riviste, tutti i testi dei discorsi pronunciati e presentati al Congresso degli scrittori antifascisti (230 delegati da 38 diversi paesi) che si tenne a Parigi nelle giornate del 21-25 giugno 1935; e di contribuire anche ad un approfondimento del clima e degli obiettivi politici di questo incontro internazionale.
A tale scopo, le colleghe cagliaritane hanno chiamato a discutere storici che da tempo studiano gli anni Trenta e personalità, movimenti ed associazioni antifasciste che promossero la costruzione di un fronte comune contro il fascismo. Giorgio Caredda, si occupa del discorso antifascista in Francia. A Claudio Natoli si deve una nuova lettura dei lavori del VII congresso della Terza Internazionale che poco più di un mese dopo il congresso degli scrittori avrebbe avallato la politica di Fronte popolare; Serge Wolikow, studioso del PCF/SFIC, ci descrive il coinvolgimento del partito comunista francese e dei suoi scrittori nella preparazione del congresso e nei suoi successivi sviluppi; Giannarita Mele entra nel merito del complesso rapporto che si instaura tra ambienti ed intellettuali della sinistra francese e autorità dell’Unione sovietica al momento di stabilire la delicata composizione della delegazione ufficiale degli scrittori russi. Il lavoro di Mele è inoltre arricchito dal contributo di Marcello Flores sull’immagine che dell’Unione sovietica si ebbe in ambienti politici ma soprattutto intellettuali europei negli anni Venti e nei primi anni Trenta (purtroppo in questo caso, Flores, che si avvale di studi francesi, non tiene conto di quanto già analizzato dall’Annale della Fondazione Brodolini dedicato nel 1991 a Urss il mito e le masse). Enzo Collotti ci ricostruisce i termini e il clima politico che determinarono l’intervento di Gaetano Salvemini al congresso; Luciano Marrocu attinge alle conoscenze della sinistra inglese per descriverne le voci intellettuali. Gli altri interventi, della curatrice, di Marina Guglielmi, Valentina Serra, Maria Sechi, Mariella Tinti Ladu, Sandro Maxia, Annarita Laserra e di Wolfgang Klein, riescono a conciliare l’analisi più spiccatamente politica dei primi interventi con una lettura della cultura, dei linguaggi e soprattutto della produzione giornalistica e letteraria europea ed antifascista.
Nel libro è assente una sintesi dei risultati, che potrebbero però essere riassunti nell’importanza che riveste tale congresso come momento cerniera e spinta propulsiva non solo culturale ma anche politica per precisare discorsi ed azione frontisti in Europa. E soprattutto esso contribuisce a chiarire i tempi e le modalità con i quali il PCF, sino a quel momento marginale e soprattutto diffidente, si impegna ed aggrega ?compagni di strada? intellettuali nella realizzazione di una politica frontista.

Patrizia Dogliani