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Sandro Rogari – Mezzogiorno ed emigrazione. L’Inchiesta Faina sulle condizioni dei contadini nelle province meridionali e nella Sicilia. 1906-1911 – 2002

Sandro Rogari
Firenze, Centro Editoriale Toscano, pp. CXXXV-550, euro 31,00

Anno di pubblicazione: 2002

?È solamente agli emigranti e agli effetti diretti e indiretti dell’emigrazione che è dovuta tutta la trasformazione avvenuta bene o male laggiù negli ultimi tempi, ed è principalmente da questa nuova forza sociale, se sapremo trarne partito, che si può attendere il risorgimento morale ed economico del Mezzogiorno? (p. CXVIII). Dello stesso parere del presidente Faina è il segretario generale Coletti, per il quale l’essenza dell’inchiesta è costituita dalla comprensione ?del fenomeno e delle sue conseguenze? (p. 58). L’interesse dell’operazione di Rogari sta, oltre che nella comparazione tra le varie inchieste post-unitarie, nell’utilizzare le relazioni delle sottogiunte parlamentari (talora contrastanti con le più note relazioni tecniche, come quella di Ferraris sulla Sicilia, polemica verso Lorenzoni), i materiali preparatori (interessante l’acquisizione critica di metodologie e risultati delle coeve inchieste europee) e la riproduzione del questionario tecnico di base, dal quale emerge appunto l’interesse per l’emigrazione. Relatori e intervistati riconoscono il valore di cesura epocale dell’emigrazione, ma divergono nelle valutazioni. Gli ?ottimisti? sottolineano il declino della reverenza degli ?americani? verso i ?galantuomini? e il senso di ritrovata dignità, ma soprattutto le conseguenze delle rimesse sull’economia; i pessimisti si mostrano preoccupati degli effetti dirompenti sulla morale specie familiare. Tutti concordano però sulla rottura rappresentata dall’emigrazione e dal connesso rimpatrio. Le condizioni di vita appaiono migliorate, i salari agricoli innalzati, la disoccupazione ridotta, i contratti agrari meno iniqui. Ma ciò rappresenta anche la quasi rovina della piccola e media proprietà assenteista. Di contro, continua a mancare cultura imprenditoriale (?In generale c’è poca tendenza a migliorare l’agricoltura coll’investire capitali in trasformazioni agrarie ? osserva Bordiga per la Campania ?, essendo gli acquisti limitati al semplice loro collocamento, considerandosi la terra come un salvadanaio e null’altro?, p. LXXXV), mentre la corsa alla terra coltivabile e alle aree edificabili intorno alle città per costruire l’agognata casa comportano un aggravio dei costi che rischia di vanificare gli sforzi degli emigranti, costringendoli spesso a riprendere la via dell’espatrio. Quanto alle soluzioni, la divergenza è tra chi sollecita la formazione di una piccola proprietà coltivatrice di cui gli emigranti sarebbero la spina dorsale, con effetti di pace sociale, e chi spinge in direzione di forme collettive di assegnazione, per superare la strozzatura degli alti prezzi e del sistema creditizio. L’inchiesta diviene così fotografia, più o meno ?ritoccata?, di una trasformazione radicale, che andrebbe incoraggiata, sia con una più adeguata istruzione, sia con forme di intervento statale, non gradito in sé ma ritenuto irrinunciabile se non si vuole sprecare un’occasione storica di riscatto e innescare un esodo ancora più massiccio e definitivo. Non va infine sottovalutato il richiamo all’onestà politica e amministrativa, ché ?la questione meridionale è soprattutto una questione morale? (p. 546).

Giovanni Raffaele