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Santi Fedele, Pasquale Fornaro (a cura di) – Lo stalinismo: parabola di un mito – 2006

Santi Fedele, Pasquale Fornaro (a cura di)
Soveria Mannelli, Rubbettino, 102 pp., e 12,00

Anno di pubblicazione: 2006

Il volume raccoglie gli atti di due giornate di studi (11-12 novembre 2004), organizzate dall’Università di Messina e dalla locale Fondazione Bonino-Pulejo, e si compone di quattro sezioni. La prima, L’età di Stalin, è dedicata all’analisi del sistema di potere instaurato dal dittatore georgiano, ma anche a una riflessione di carattere complessivo (soprattutto nel saggio di apertura, di Vittorio Strada) sull’esperienza comunista, nel quadro delle vicende storiche novecentesche. La seconda, Stalinismo e destalinizzazione nell’Est europeo, analizza invece il processo di sovietizzazione dei paesi «satelliti» dell’URSS, avvenuto nel secondo dopoguerra, e le figure di alcuni tra i maggiori esponenti di quei regimi (Novotny´ in Cecoslovacchia, Z ? ivkov in Bulgaria, Gomu¬ka in Polonia, Rákosi in Ungheria, Ulbricht in Germania). La terza sezione è dedicata alla realtà italiana, con un saggio di Santi Fedele sulle posizioni che le diverse forze della sinistra italiana (dai comunisti ai socialisti, dai repubblicani a Giustizia e Libertà, sino agli anarchici) assunsero negli anni Trenta verso la Russia staliniana, e un saggio di Maurizio Degl’Innocenti sul mito dell’URSS nel secondo dopoguerra. La quarta, infine, intitolata Stalin: memoria e cultura, affronta sia alcuni aspetti delle vicende culturali dell’epoca (il cinema e il rapporto fra arte e propaganda), sia il problema di come, nella Russia post-sovietica, attorno alla figura del «piccolo padre» continui ad aleggiare un’aura quasi leggendaria, fortemente alimentata dalla mancanza di una seria rilettura del passato da parte delle nuove élite al potere. Nel complesso l’opera è senza dubbio di grande interesse e, sotto molti aspetti, decisamente stimolante, sia pure entro i limiti di una raccolta di saggi brevi. Alcune grandi questioni interpretative, tuttavia, restano un po’ sullo sfondo, a partire dalla stessa definizione di «stalinismo»: una categoria ? come argomenta Strada nel suo intervento ? che può essere applicata tanto al periodo storico caratterizzato in senso stretto dalla dittatura personale di Stalin, quanto all’intera parabola storica del comunismo, sino agli inizi degli anni Novanta. Il che, evidentemente, pone una serie di questioni e di interrogativi (in particolare sulla continuità o meno tra le forme del potere sovietico nell’epoca immediatamente post-rivoluzionaria e quelle consolidatesi a partire dalla seconda metà degli anni Venti), su cui il dibattito storiografico è tutt’altro che concluso e che avrebbero meritato forse una trattazione più ampia e approfondita. Tra i contributi più rilevanti va segnalato comunque quello di Francesco Benvenuti su Stalin dopo la «rivoluzione degli archivi», che mette in luce come la documentazione resa disponibile dal crollo del regime sovietico abbia confermato in larga parte i giudizi pregressi sulla natura e sulle caratteristiche della dittatura post-rivoluzionaria (e staliniana in specifico), ma abbia anche aperto nuovi filoni di ricerca e di riflessione, non del tutto aderenti all’immagine che dell’URSS si aveva durante la guerra fredda (in particolare per quanto riguarda la politica estera).

Marco Scavino