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Sara Lorenzini – Due Germanie in Africa. La cooperazione allo sviluppo e la competizione per i mercati di materie prime e tecnologia – 2003

Sara Lorenzini
Firenze, Polistampa, pp. 259, euro 19,00

Anno di pubblicazione: 2003

Questa monografia, rielaborazione di una tesi di dottorato in Storia delle relazioni internazionali a Firenze (nella prolifica scuola di Ennio Di Nolfo), affronta in modo comparativo l’analisi delle politiche messe in atto dalle due Germanie nei confronti dell’Africa. Il tema scelto risulta particolarmente interessante, sia per la ricchissima disponibilità di documentazione, sia perché vengono messi a confronto i due paesi ?vetrina? dei due blocchi; sia, infine, per l’enorme discrepanza fra le aspettative di sviluppo ed il disastroso esito che esso ebbe.
L’autrice ha dovuto circoscrivere l’ambito cronologico della sua ricostruzione al 1970, a causa della limitazione di disponibilità degli archivi tedeschi occidentali, mentre quelli della ex RDT sono accessibili fino all’ottobre del 1990. Il lavoro si basa su una ricca documentazione e su di un’ottima padronanza della letteratura specialistica. Il primo capitolo propone una sintetica, ma efficace introduzione, che inserisce le politiche di aiuto allo sviluppo nel più vasto ambito della guerra fredda e della politica delle due superpotenze. Nei successivi capitoli l’autrice ricostruisce le linee principali delle politiche di sviluppo dei due paesi, partendo dalle aspettative assai ottimistiche ? specie a Occidente ? che bastasse dare i primi impulsi ai paesi da poco resisi indipendenti, per innescare processi di sviluppo; tali aspettative erano condivise dalle élites interne a questi stessi paesi. In realtà, queste aspettative si scontrarono con grandi difficoltà, sia interne ai paesi appena indipendenti, sia legate alle forme in cui le politiche di aiuto allo sviluppo vennero messe in atto. I modelli economici che le due Germanie cercarono di esportare rispecchiavano le loro caratteristiche (da un lato Soziale Marktwirtschaft, dall’altro pianificazione), ma si sono dimostrati inadatti ai contesti africani nei quali si cercò di applicarli. Nonostante le buone intenzioni, gli obiettivi economici e quelli politici finirono per intrecciarsi ed influenzarsi, con conseguenze negative per quei paesi.
Lorenzini si tiene in equilibrio fra i due estremi, politico-ideologico ed economico, argomentando che pur se i fattori politico-ideologici finirono per avere la meglio, non si possono trascurare neppure gli obiettivi economici: ricerca di nuovi mercati e procacciamento di materie prime a basso prezzo. L’autrice compie anche un esame di alcuni esempi concreti di come i paesi africani reagirono alle politiche di aiuto allo sviluppo. A suo avviso, questi non possono essere considerati dei meri oggetti passivi delle ?attenzioni’ delle potenze occidentali. Al contrario, essi detenevano un certo grado di autonomia decisionale, per cui ciascun caso nazionale è diverso dagli altri. Così come le due Germanie operavano ciascuna con un certo grado di autonomia rispetto alla superpotenza. La conclusione è sconsolante: ?Capitalisti e socialisti furono a lungo due facce della stessa medaglia? (p. 236); una medaglia, che oggi rispecchia una difficilissima situazione di sottosviluppo e di miseria.

Gustavo Corni