Anno di pubblicazione: 2004
Il volume consiste nella rielaborazione della tesi di laurea discussa nel dicembre 2000 presso l’Università di Siena dall’autrice, che ora è dottoranda presso la Facoltà di Scienze politiche della stessa Università. Il tema dei bambini vittime delle persecuzioni antisemite, a parte qualche rara eccezione, è entrato a far parte degli interessi degli storici, tanto italiani quanto stranieri, soltanto a partire dagli scorsi anni Novanta ed ha il suo maggior esperto italiano in Bruno Maida, che è anche autore della presentazione del libro.
Lo studio si compone di tre parti: la prima è dedicata ad un’interessante discussione sul tema della memoria della Shoah, con un’ottica privilegiata per gli aspetti sociali e psicologici dei bambini che percorrerà tutto il volume e che è sicuramente tra i suoi principali pregi. La seconda consiste nella ricostruzione delle vicende della persecuzione antisemita vissuta da bambini ed adolescenti, condotta attraverso l’attenta lettura della memorialistica e degli studi sugli ebrei in Italia durante il fascismo e arricchita da citazioni tratte da diari e testimonianze di prima mano, in particolare da sette interviste a sopravvissuti, ottenute tra il giugno e l’ottobre del 2000, il cui testo completo è posto in appendice. Esse costituiscono l’unica novità documentaria del volume e permeano la terza parte, che rappresenta il centro del lavoro. In essa, con l’uso frequente ma mai abusato di brani delle interviste e della memorialistica, si presentano le Esperienze vissute (è questo il titolo del capitolo) dai bambini. L’espulsione dalle scuole pubbliche ed il rapporto con gli altri bambini gentili o ebrei, l’esperienza della fuga e della ricerca di un nascondiglio, il confino in campi e località del Sud Italia, la fuga in Svizzera e la cattura da parte dei tedeschi con la conseguente deportazione nei campi di concentramento e di sterminio sono indagati attraverso le parole dei piccoli protagonisti con ammirevole trasparenza e vivacità. Particolarmente notevoli risultano le pagine dedicate al rapporto coi genitori, talvolta resi fragili dalle persecuzioni e consolati dai figli, talvolta fonte di sicurezza, altre volte ancora spietati carcerieri che condannano i bambini ad una vita di reclusione apparentemente inspiegabile. Solo la ricostruzione della permanenza nei lager si basa in misura prevalente sulla storiografia estera, a causa della scarsità di fonti italiane, fatto che pregiudica la possibilità di cogliere eventuali specifiche condizioni dei bambini ebrei italiani nei campi.
Nei paragrafi conclusivi vengono brevemente trattati i temi del ritorno a casa, della ripresa della normalità e del rapporto dei sopravvissuti con i propri figli e nipoti: questioni importanti, che necessitano però di ulteriore studio ed approfondimento. Infine viene notato come laddove, per molteplici motivi, il singolo non rielabori e comunichi la memoria delle esperienze vissute, essa viene persa col tempo dallo stesso soggetto, che si ritrova ad avere meno ricordi di coloro che hanno raccontato la propria vicenda.