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Serena Potito – Il primo Beneduce. 1912-1922 – 2004

Serena Potito
Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, pp. 204, euro 16,50

Anno di pubblicazione: 2004

Alberto Beneduce è certamente una delle più importanti figure del capitalismo italiano del Novecento. In particolare, dalla seconda metà degli anni Venti e per tutti gli anni Trenta, egli rivestì un ruolo centrale e decisivo nella soluzione dei problemi del sistema finanziario, attraverso la definizione dei connotati e delle caratteristiche peculiari di esso: a partire dalla separazione del credito ordinario da quello a medio e lungo termine, per finire alle modalità dell’intervento dello Stato nell’economia.
In questo volume viene affrontato il decennio dall’inizio della collaborazione con Nitti all’esperienza all’INA con Stringher, dall’attività di parlamentare con i socialisti riformisti al controverso periodo come ministro del Lavoro nel governo Bonomi. Probabilmente sarebbe stato più opportuno prolungare la trattazione fino al 1924, anno che costituisce il vero spartiacque del percorso biografico beneduciano. In quell’anno, infatti, Beneduce, preso atto che non esistevano più le condizioni di un suo normale svolgimento, si distaccò dalla politica per concentrarsi sulla finanza. Ciò impose un rapporto col fascismo e con Mussolini, per quanto sofferto ed originale, non diverso da una stretta, intensa e leale collaborazione.
Sul primo Beneduce e sulle origini del suo legame con Nitti, opportunamente, Potito distingue le posizioni fra i due, mettendo in evidenza come, sotto diversi aspetti, il socialismo moderato del primo non coincida col radicalismo liberale del secondo. Tuttavia, bisogna anche considerare che, per tutto il periodo preso in esame, se la carriera politica di Beneduce fu in ascesa, certamente di più lo fu quella di Nitti. E dunque, al momento del distacco, a Nitti non restò altra scelta che l’esilio, proprio mentre Beneduce optò per il potere e il fascismo. Gli sviluppi successivi dell’azione e del pensiero di Beneduce hanno poco in comune con quelli nittiani.
Le informazioni e le analisi che Potito conduce sulla storia dell’INA apportano elementi di riflessione e possibili approfondimenti su temi cruciali quali, ad esempio, il rapporto pubblico-privato e l’intervento dello Stato nell’economia ai fini della promozione dello sviluppo economico. La posizione di Beneduce sulla guerra è presentata con accenti e sottolineature che mirerebbero a stupire il lettore, ma che invece rientrano a pieno titolo nell’ordinaria retorica dell’epoca. Il ruolo svolto da Beneduce nella gestione dell’Opera nazionale combattenti è inquadrato come coerente attualizzazione e specificazione ulteriore dell’attività e del patrimonio di esperienze maturate fino ad allora. L’attività parlamentare, dal 1919, è descritta nelle sue difficoltà e nei suoi condizionamenti; prima per lo scarso successo del suo gruppo, l’Unione socialista italiana (che, difatti, l’anno successivo si sarebbe sciolto), poi per la crescente radicalizzazione della lotta politica, che restrinse soprattutto gli spazi delle forze intermedie.

Nicola De Ianni