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Shaping the New Man. Youth Training regimes in Fascist Italy and Nazi Germany

Alessio Ponzio
Madison, The University of Wisconsin Press, XIV-315 pp., $ 65,00

Anno di pubblicazione: 2015

Nonostante l’interesse che sempre la storia dei giovani e la storia del fascismo suscitano
nel pubblico non specialistico e tra i ricercatori, siamo ancora in attesa di una monografia
in italiano sulla storia delle organizzazioni giovanili in epoca fascista, dalle origini
alla seconda guerra mondiale, che comprenda le diverse fasi e competenze, dall’Onb alla
Gil, passando per i Guf, tra i più studiati autonomamente. Lo stesso giudizio vale per la
storia dello sport in epoca fascista, che attende, oggi favorita da una ricca stagione di nuove
ricerche, una più puntuale e aggiornata sintesi. È dunque all’attenzione degli storici
che lavorano su uno o ambedue questi temi, sport e giovani, che si impone l’interessante
e ricco (per suggestioni e piste di ricerca percorse) lavoro di Alessandro Punzo, alla sua
seconda monografia dopo quella sulla storia dell’Accademia della Farnesina (2009). Tanto
più interessante perché tenta con successo non solo una comparazione tra le organizzazioni
giovanili dei due principali paesi fascisti, ma anche di indagare i reali rapporti tra
l’Onb/Gil e la Hitlerjugend per la creazione di una nuova gioventù europea in un modificato
ordine geopolitico e razziale.
Ricercatore da anni negli Stati Uniti, Ponzio si presenta con questo libro denso a
un pubblico di lettori di scuola anglosassone e tedesca, nel tentativo anche di dialogare a
distanza con storici italiani. Sottolineo la densità di questo lavoro, per il quale l’editore,
per contenerlo in poco più di 300 pagine, ha adottato nel testo un corpo minore che non
facilita la lettura e non rende completa giustizia alla bella scelta di immagini incorporate.
Ben dieci capitoli, che l’a. ha ritenuto necessari per ricostruire l’evolversi delle due organizzazioni.
La parte più interessante e innovativa emerge nella seconda parte del libro, quando,
a partire dal capitolo 6, si evidenziano i rapporti tra le due organizzazioni nazionali, e
anche la formazione ideologica e fisica di una nuova leadership giovanile nei due paesi,
attraverso le accademie di Roma e di Braunschweig. L’a. conferma che, nonostante accordi
firmati nell’estate 1933, la collaborazione attiva partì di fatto, all’interno della svolta
avvenuta nei rapporti tra Italia fascista e Germania nazista, dal 1936, in corrispondenza
con la guerra di Spagna e, per quanto riguarda l’esposizione anche mediatica della gioventù,
con i giochi olimpici di Berlino; e si consolidò dal 1937, grazie a visite e soggiorni
di quadri dirigenti e di delegazioni selezionate di accademisti e di studenti dei Guf. Se ci
fosse stato più spazio, l’a. avrebbe probabilmente analizzato di più la militarizzazione e
l’educazione alla violenza dei giovani negli ultimi anni dei regimi. Ciò non toglie nulla al
valore del libro; anzi, lascia spazio a nuove ricerche; e all’approfondimento suggerito dalle
pagine conclusive che ricordano il destino di quella generazione di giovani e della loro
controversa memoria nelle due società postfasciste.

 Patrizia Dogliani