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Silvana Battistello – Profughi nella Grande Guerra – 2007

Silvana Battistello
Valdagno, Gino Rossato, 165 pp., Euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2007

La vicenda dei profughi vicentini del ’16 sfollati a causa della Strafexpedition s’inserisce nel contesto molto più ampio degli esodi di civili durante la Grande guerra, esodi che, per motivi bellici o per gli eventi successivi a Caporetto interessarono, complessivamente, quasi un milione di persone. Tanto nel ’16 che nel ’17 il fenomeno assunse i connotati dell’evento inaspettato, della «diaspora» improvvisa che non consentì alla massa dei profughi di portare con sé nemmeno le provviste, le masserizie ed in generale i più necessari mezzi di sussistenza.Il volume ricostruisce in maniera analitica l’esodo dei profughi dall’Altipiano di Asiago e dalla Val D’Astico sgomberati dalle autorità militari italiane e alloggiati nei paesi della pedemontana, in questi caso nel Comune di Breganze. Tra il maggio e l’agosto del 1916 i civili costretti ad abbandonare l’Alto Vicentino ammontarono a 76.338, ovvero il 28% della popolazione dei Comuni interessati, il 15% dell’intera provincia di Vicenza. Di questi profughi, 24.374 provenivano dal distretto di Schio dove erano stati evacuati Comuni come Arsiero, Forni, Laghi, Lastebasse, Piovene, Posina e Velo d’Astico; 22.153 appartenevano al distretto di Asiago dove, tranne Enego, tutti i Comuni erano stati sgombrati; 21.955 provenivano dal distretto di Bassano dove, oltre al 53% della popolazione del capoluogo, risultavano profughi anche dai Comuni di Campolongo sul Brenta, Cismon, S. Nazario, Solagna e Valstagna; 6.928 appartenevano infine al distretto di Thiene dove erano stati svuotati i Comuni di Caltrano, Chiuppano e Cogollo.Per i Comuni dell’Altipiano di Asiago il profugato si trasformò nell’esodo forzato della popolazione e delle amministrazioni che vennero ospitate nei paesi del basso Vicentino. I profughi di Asiago furono accolti a Noventa Vicentina; quelli di Gallio ad Albettone; di Treschè Conca a Nanto; di Rotzo a Barbarano; di Roana, Canove, Camporovere e Cesuna a Pojana Maggiore. Si trattò, comunque, di una sistemazione provvisoria, poiché nelle settimane successive molti di questi profughi vennero destinati ad altri Comuni veneti. Per non staccarsi dalle proprie famiglie e non allontanarsi troppo dalle loro case, gli sfollati furono in generale poco disponibili ad abbandonare il Vicentino per altre regioni d’Italia, ma alcune centinaia di loro raggiunsero comunque Como, Varese, Pavia, Torino, Cuneo, Lucca e Campobasso.Molto attenta all’analisi delle condizioni dei profughi, alle vicende delle singole comunità e al ruolo di supplenza e di assistenza dei parroci e delle organizzazioni cattoliche, l’a. imposta però il lavoro in maniera tradizionale, ignorando le ultime acquisizioni della storiografia sul tema del profugato – definito «un evento ancora da approfondire», il volume citato più recente è del 2000 – a cominciare dall’importante convegno di Asiago del settembre 2002 dedicato proprio alla Strafexpedition, per finire con i numerosi contributi di Bruna Bianchi e di chi firma questa scheda.

Daniele Ceschin